La promozione di competenze di personalità multiculturali attraverso il contatto intergruppo in ambito cooperativo.


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La ricerca-azione in oggetto vuole verificare il ruolo del contatto inter-gruppo interculturale in ambito cooperativo per la promozione di una consapevolezza sul pregiudizio etnico, tra giovani europei, a seguito di un intervento di contatto inter-gruppo in ambito cooperativo interculturale, ed allo stesso tempo vuole valutare la differenza del livello di consapevol6ezza tra chi ha partecipato all’intervento e chi non ha mai, nella propria vita, sperimentato un contatto inter-gruppo in ambito cooperativo interculturale.

La ricerca-azione ha coinvolto un campione di 205 giovani tra i 15 ed i 30 anni provenienti da 11 paesi europei. Il gruppo sperimentale ha attivamente partecipato a tre progetti finanziati da Erasmus+.

Le ipotesi di ricerca sono state verificate individuando i risultati ottenuti dalla somministrazione, all’inizio ed alla fine dell’intervento, del Multicultural Personality Questionnaire (2000). Lo stesso questionario è stato somministrato a giovani che non hanno mai partecipato ed una attività interculturale finanziata da Erasmus+.

L’apprendimento cooperativo nell’ipotesi di contatto

L’apprendimento cooperativo trova le sue radici teoriche nell’ipotesi di contatto, la quale ha costituito una delle idee più innovative della psicologia sociale. Il concetto basilare è che il modo migliore per ridurre tensione ed ostilità nei rapporti fra gruppi è quello di porli in forme diversificate di contatto reciproco. Allport (cit. in Brown, 2013) si accorse infatti che più aspetti sono necessari per far sì che si sviluppi un contatto positivo: costruire un’esperienza di apprendimento che punti al raggiungimento di un’interdipendenza di marca cooperativa all’interno di un piccolo gruppo: questo comporta divisione di compiti di lavoro fra i componenti, per cui ciascuno ha bisogno dell’altro per raggiungere l’apprendimento; una maggiore interazione tra i partecipanti, che si differenzia dai metodi di educazione formale proposti nelle scuole e nelle università; favorire lo stabilirsi di relazioni paritetiche tra i membri del gruppo: i trainer-facilitatori, non si pongono infatti su un livello up, ma su un piano di supporto. Infatti, non sono solo presenti alle attività, ma anche nella vita sociale dei ragazzi (come i pasti ed i momenti ricreativi).

Le caratteristiche dell’apprendimento cooperativo (Brown, 2013, 454-455) si riassumono in tre principi fondamentali: la modalità di organizzazione dell’esperienza di apprendimento come via per il raggiungimento di un’interdipendenza cooperativa nel piccolo gruppo; l’interdipendenza tra gli studenti per il raggiungimento dei loro obiettivi: questo elemento comporta non tanto una interazione studente-docente (classica metodologia di educazione formale), ma piuttosto una interazione studente-studente la quale permette un maggiore potenziale di conoscenza; favorire lo stabilirsi di relazioni paritetiche attraverso un processo di differenziazione dei ruoli enfatizzando l’importanza di ogni contributo nel processo di apprendimento (ad esempio il voto individuale ad una verifica comporta la media dei voti del gruppo di lavoro); l’apprendimento cooperativo è guidato da un docente o da un formatore che gode, agli occhi degli studenti, di un supporto dell’istituzione (Brown, 2013, 454-455).

Alla base del contatto è fondamentale la presenza di un chiaro quadro di sostegno sociale dai livelli più elevati ai più semplici. Proprio per questo risulta interessante il sostegno della Comunità Europea nei progetti di scambi giovanili, poi supportata da Erasmus, dalle agenzie nazionali dei vari paesi europei e dalle stesse organizzazioni che sviluppano i progetti sul territorio (cit. in Brown, 2013, 437);

Facilitare persone di nazionalità diversa ad interagire tra loro fa sì che queste possano essere condotte ad interiorizzare una condotta positiva trasformandola in atteggiamenti personali (ibidem). Il contatto intergruppo infatti non è solo correlato al rapporto tra persone ma anche al modo con le quali queste stesse si inseriscono nel gruppo, e quindi ai loro tratti di personalità;

Queste esperienze aiutano a creare un clima sociale che rende possibile l’emergere di norme ispirate ad un senso di maggior tolleranza ed alla cooperazione (ibidem). Tutto ciò dipende dalla qualità del contatto e dalla quantità dello stesso e quindi dalla durata. Infatti, la modalità di organizzazione dell’esperienza di apprendimento è fondamentale per il raggiungimento di un’interdipendenza cooperativa nel piccolo gruppo: il raggiungimento degli obiettivi educativi si realizza quando ogni sottogruppo ha portato a compimento il proprio compito. È richiesta, quindi, in piccoli gruppi, la ricerca di uno degli aspetti fondamentali per il conseguimento dell’obiettivo e l’apprendimento si realizza solo quando ogni gruppo ha svolto il proprio lavoro e lo ha condiviso con gli altri (Brown, 2013, 454-455);

Oltre alle peculiarità del setting, le differenze individuali sono fondamentali per lo sviluppo di caratteristiche come l’identificazione con l’ingroup, l’amicalità, l’apertura all’esperienza, l’estroversione, la dominanza sociale, l’autoritarismo di destra ed il senso di disgusto verso l’outgroup. (Vezzali, Stathi, 2017, 10-11);

È necessario costruire un setting all’interno del quale possano essere maggiormente isolate le variabili intervenienti esterne, come appunto il setting di uno scambio giovanile.

I tratti di personalità multiculturali

Molti studi, dal 2005 ad oggi, hanno dimostrato che il contatto intergruppo e la personalità sono costrutti correlati e che perciò meritano di essere considerati insieme e non più separati nella valutazione sul pregiudizio (cit. in Vezzali et al., 2018, 161). Allo stesso tempo, molte ricerche hanno confermato come i tratti di personalità siano predittivi di una maggiore apertura verso l’outgroup e la conseguente diminuzione di preconcetti rispetto a questo. Jackson e Poulsen (2005, 667-685) hanno rilevato che i soggetti con un alto punteggio in Apertura e Amicalità sono più favorevoli ai contatti intergruppo e si comportano in modo da facilitare l’interazione e la vicinanza tra persone diverse.

Nonostante sia appurato (cit. in Vezzali et al., 2018, 161) il fatto che i tratti di personalità siano innati e quindi direttamente correlati con fattori temperamentali, negli ultimi anni si è sviluppato un nuovo e scientificamente attendibile filone di pensiero a favore del fatto che la personalità sia influenzata dagli eventi di vita (come il matrimonio, la qualità delle relazioni, i cambiamenti nel percorso della propria vita). Proseguendo su questa scia, la teoria dell’investimento sociale conferma il fatto che la personalità è sottoposta a cambiamento in particolar modo durante gli anni che vanno dall’adolescenza alla prima età adulta. Infatti, la transizione derivante da questo periodo di vita, è caratterizzata da nuove regole sociali costituite dal lavoro, dalla famiglia, dalla comunità, ognuna delle quali è supportata dalle aspettative riguardanti la responsabilità, la stima, la dipendenza. Rispetto a come i giovani agiscono e reagiscono in questa fase della loro vita, così la loro personalità tenderà ad evolversi.

Inoltre, nonostante i tratti di personalità siano spesso considerati stabili, è prevista una variazione intorno al periodo che va dalla adolescenza all’età adulta, così come per il pregiudizio etnico, il quale tende a modificarsi verso i diciannove anni (Vezzali et al., 2018, 160). Gli stessi tratti, nonostante si abbia prova del loro influsso nel processo di diminuzione del pregiudizio etnico, necessitano di essere traslati in chiave interculturale per renderli completamente validi in un contatto intergruppo tra persone di origini culturali diverse.

Alla base di questi studi, c’è quindi l’ipotesi che, sperimentandosi in un contesto diverso e confrontandosi con altre persone, i giovani possano, attraverso la Self-Perception Theory, modificare i propri comportamenti e di conseguenza i propri tratti di personalità, potendone osservare e sperimentare direttamente i benefici (Vezzali, et al., 2017, 159-173).

L’amicalità, l’apertura all’esperienza, l’estroversione, la coscienziosità e la stabilità emotiva sono chiari indicatori di un basso livello di pregiudizio (Vezzali et al., 2018, 160). Le analisi teoriche e le evidenze scientifiche in riferimento alla correlazione tra i tratti di personalità ed il contatto intergruppo per la diminuzione del pregiudizio etnico sono fonte indispensabile nella mia analisi di ricerca-azione.

Il pregiudizio etnico e apprendimento cooperativo

Il pregiudizio etnico è un processo che tende a svilupparsi ed allo stesso tempo, se le condizioni lo permettono, a dissolversi, all’interno del gruppo (cit. in Brown, 2013, 266.). Il peso del ruolo nel gruppo è grande quanto il peso dell’identità sociale individuale che noi stessi ci assegniamo. Allo stesso tempo, quando l’identità sociale nazionale contrasta quella dell’out-group, il pregiudizio tende ad aumentare ed allo stesso tempo aumenta la competizione. È stato scelto di sviluppare un’indagine su un campione europeo in quanto l’identità nazionale non è contrapposta all’identità di gruppo. Essendo tutti i partecipanti provenienti da paesi appartenenti alla comunità europea, l’identificazione con un gruppo europeo non per forza denota una non identificazione con il gruppo nazionale. Questa variabile, quindi, dovrebbe diminuire la competizione e di conseguenza il livello di pregiudizio etnico (cit. in Brown, 2013, 267).

Nel giungere all’efficacia di un contatto intergruppo risultano fondamentali il sostegno sociale ed istituzionale e la partecipazione di persone con diversa nazionalità (cit. in Mazzara, 2003, 173). Se inseriti, questi aspetti, in un’ottica di decategorizzazione, promuovono non tanto l’eliminazione delle differenze ma piuttosto una consapevolezza di queste (Brown, 2013, 461-465).

Questi elementi si uniscono e trovano risposta nei gruppi di apprendimento cooperativi quali luoghi che potenziano competenze scolastiche e relazionali (cit. in Mazzara, 2003, 180). Gli stessi, però, sono stati implementati solo in realtà scolastiche e quindi all’interno di luoghi che solitamente promuovono un apprendimento formale. Allo stesso modo, promuovere questa metodologia in ambiente scolastico risulta limitante perché non isola variabili esterne.

Appurato che chi prende parte ad esperienze di apprendimento cooperativo veda sviluppate competenze interculturali, ad oggi non è stata sperimentata questa metodologia né in scambi giovanili interculturali né in un’analisi sui tratti di personalità multiculturali. Questi ultimi valutano gli attributi interni per lo sviluppo o la diminuzione del pregiudizio (Ekehamman, Akrami, 2003, 449).

Tra i punti cardine di maggiore interesse per questo studio: il contatto intergruppo non è solo correlato al rapporto tra persone ma anche al modo con le quali queste stesse si inseriscono nel gruppo, e quindi ai loro tratti di personalità; i tratti di personalità sono considerati stabili nel tempo, ma sottoposti a modificazioni soprattutto nel periodo che va dall’adolescenza all’età adulta, che appunto equivale al campione di riferimento della mia ricerca-azione; i tratti di personalità necessitano di essere traslati in chiave interculturale per renderli completamente validi in un contatto intergruppo tra persone di origini culturali diverse e per far sì che possano essere correlati con la diminuzione del pregiudizio; è necessario costruire un setting all’interno del quale possano essere maggiormente isolate le variabili intervenienti esterne, come appunto il setting di uno scambio giovanile; non è importante la quantità del contatto, ma il modo in cui questo viene proposto, quindi la qualità dello stesso; la longitudinalità della modificazione non è ancora chiara, e questo permette di approfondire la ricerca in oggetto dal breve termine al lungo termine.

Metodologia di intervento

La metodologia utilizzata si è basata sull’apprendimento cooperativo, le tecniche di team coaching e l’educazione non formale.

Il focus non è più sull’individuo ma sul gruppo, sulla costruzione dell’essere squadra, in cui ogni componente si assume le proprie responsabilità nei confronti del gruppo e porta a termine i suoi compiti.

Gli scambi sono stati facilitati da Shata Diallo con la collaborazione di un team di esperti con formazione in psicologia, coaching e counselling. La diversa formazione dei trainer infatti è una scelta voluta per riprodurre un setting multidisciplinare e per consentire stimoli originali e rispondenti ai bisogni di tutti i partecipanti.

Le giornate, durante gli scambi giovanili, sono state scandite da una routine trasversale la quale, ancora una volta, utilizza i criteri del contatto intergruppo in ambito cooperativo, volto allo sviluppo di una inclusione sociale. Al contrario delle attività che verranno svolte nei laboratori e nei gruppi di lavoro (durante tutta la giornata), queste sono caratterizzate da uno sviluppo di un senso di coesione indiretto, quindi non necessariamente esplicitato.

La ricerca-azione

Il quasi esperimento in oggetto è un disegno con gruppo di controllo non equivalente in quanto il campione non è stato suddiviso tra i due gruppi in modo casuale (McBurney, White, 2008, 282). La doppia somministrazione è inoltre avvenuta solo per il gruppo sperimentale con il quale è stato effettuato un test-re test, al contrario del gruppo di controllo che ha partecipato ad una sola somministrazione.

Vista la presenza di un gran numero di partecipanti minorenni è stata richiesta l’autorizzazione alle organizzazioni internazionali le quali hanno accordato la possibilità di somministrare i test e di utilizzare i dati in modo anonimo ai fini di ricerca. Per le stesse motivazioni la compilazione del questionario è stata volontaria.

La somministrazione del Questionario al gruppo sperimentale è avvenuta durante tutte e tre le attività di mobilità giovanili, nel primo giorno di attività per il test e nell’ultimo per il re test. Lo strumento è stato presentato come un questionario utilizzato per una ricerca di tesi di Licenza con l’obiettivo di valutare l’impatto degli scambi interculturali e la cui compilazione era volontaria. La somministrazione è durata all’incirca quindici minuti.

La somministrazione al gruppo di controllo è avvenuta grazie alla collaborazione delle undici organizzazioni europee partner dei progetti. Durante i primi scambi giovanili è stato consegnato ad ogni paese un plico con i questionari da consegnare alla propria organizzazione. Le stesse si sono prese carico della somministrazione al gruppo di controllo ed hanno provveduto a scansionare le copie compilate e ad inviare via posta i documenti originali.

Le organizzazioni hanno avuto precise istruzioni sulla somministrazione dei Questionari ed hanno ricevuto un numero di copie proporzionale ai partecipanti dello stesso paese coinvolti nelle attività di mobilità.

Concluse le somministrazioni si è proceduto all’analisi dei dati grazie al supporto del Dottore Antonio Palummieri.

I progetti Erasmus+ alla base della ricerca-azione

I progetti presentati all’Agenzia Nazionale olandese, nell’ambito della prima azione Chiave, sono stati tre Scambi Giovanili.

La scelta delle tematiche per la ricerca azione si è indirizzata principalmente su caratteristiche che si potessero ritenere “neutre” rispetto alle variabili misurate tramite il questionario “Multicultural Personality Questionnaire”.

Is Anybody Out There” è un progetto di mobilità giovanile presentato all’Agenzia Nazionale Olandese e approvato e finanziato nella sua interezza. Gli obiettivi del progetto vertevano su: confrontare le realtà giovanili della campagna e della grande città, aiutare i partecipanti ad apprezzare ed a trovare opportunità di studio e di lavoro nella loro comunità, definire le opportunità di lavoro per i giovani sia in grandi città che in piccoli centri.

Le attività di mobilità sono state suddivise come segue:

  • Advanced Planning Visit” che si è svolto dal 5 all’8 Maggio 2017 a Roma ed ha coinvolto quattordici giovani

  • Is Anybody Out There – Italian Edition”, scambio giovanile che si è svolto tra il 7 ed il 16 Luglio 2017 ad Ardea, Roma

  • Is Anybody Out There – Dutch Edition” scambio giovanile che si è svolto tra il 23 Febbraio ed il 4 Marzo 2018 ad Ommen, Paesi Bassi

Back to Basics” è un progetto di mobilità giovanile approvato ad Aprile 2017 e finanziato nella sua interezza dall’Agenzia Nazionale Olandese. L’attività di mobilità si è svolta dal 27 Luglio all’11 Agosto 2017. Gli obiettivi del progetto vertevano sul supporto verso i partecipanti nel comprendere le loro potenzialità nel prendere iniziativa ed aumentare la loro autonomia.

Il campione

Il campione è stato composto da duecentoventi giovani tra i quindici ed i trent’anni provenienti da: Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Romania, Lituania, Grecia, Portogallo, Croazia, Bulgaria, Ungheria e Macedonia. La scelta dei paesi è stata dettata sia dalla disponibilità dei partner internazionali a prendere parte alla ricerca sia nel voler testare le ipotesi su un gruppo più o meno omogeneo, ossia che divergesse rispetto all’identità nazionale ma allo stesso tempo convergesse sul senso di identità europea. Considerando anche che la compilazione del questionario è stata volontaria, il campione si è ridotto a duecentocinque soggetti. Lo stesso vale per il campione spagnolo il quale, vista la grande difficoltà di comprensione delle domande dovuta al livello di lingua inglese, non ha compilato i questionari.

Il campione è suddiviso in gruppo sperimentale e gruppo di controllo.

Il gruppo sperimentale è composto di centoquindici (115) soggetti provenienti da Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Romania, Lituania, Grecia, Portogallo, Croazia, Bulgaria, Ungheria e Macedonia, di cui centoquindici hanno partecipato al test e centotredici al retest.

Il campione, il quale ha partecipato nella totalità ad uno dei tre scambi, a due di questi o a tutti e tre è così ripartito per i tre scambi:

  • Is Anybody Out There – Italy Edition”: trentanove giovani (22% del campione totale) provenienti da Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Romania, Lituania, Croazia, Bulgaria e Macedonia;

  • Back to Basics”: quarantadue giovani (25,8 % del campione totale) provenienti da Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Romania, Lituania, Grecia, Portogallo, Croazia, Bulgaria, Ungheria e Macedonia;

  • Is Anybody Out There – Netherland Edition”: quarantuno (23,9% del campione totale) giovani provenienti da Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Romania, Lituania, Croazia, Bulgaria e Macedonia.

Il gruppo di controllo è stato composto da novanta giovani (28,3% del campione totale) provenienti da Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Romania, Lituania, Grecia, Portogallo, Croazia, Bulgaria, Ungheria e Macedonia. La totalità del campione non ha mai partecipato ad un’iniziativa promossa da Erasmus Plus ed ha compilato il questionario nel proprio paese, grazie al supporto delle dieci organizzazioni europee partner dei progetti le quali hanno ricevuto i questionari e li hanno fatti compilare ad un numero che va dai tre ai dieci giovani per paese. Il gruppo di controllo è ripartito proporzionalmente rispetto a quanti partecipanti di un dato paese hanno preso parte agli scambi.

Caratteristiche anagrafiche

Il 62,6% è del campione è composto da femmine, il 36,8% da maschi. Più della metà del campione ha dai diciotto ai ventun anni (51,9%) mentre i restanti si distribuiscono tra i quindici ed i diciassette anni (26,1%) e tra i ventidue ed i trent’anni (22%). Il 62,6% vive con i genitori, gli altri vivono principalmente soli o con uno dei due genitori. L’86,8% del campione studia, con un livello di educazione medio di diploma di scuola superiore (61,6%). La restante percentuale ha un diploma elementare (22%) e studia quindi al liceo o ha un diploma di baccalaureato o di licenza (Figura 4). È invece equilibrata la città di origine: se il 33,6% vive in una grande città, il 31,1 % vive un paese ed i restanti in una piccola città o in campagna (Figura 5). Il campione, in media, afferma che i genitori hanno come grado più alto di istruzione il Diploma di scuola superiore. Il 22,6% ha una storia di immigrazione nella sua famiglia, ripartiti così come in Figura 6. Il 20,1% del campione si ritiene di centro destra, ma il 30,5% non ha risposto alla domanda. I partecipanti hanno una fede religiosa principalmente cattolica o protestante, mentre il 27,4% si ritiene ateo. Per il 21,9% lo scambio in cui hanno compilato in questionario, è stata la prima attività europea alla quale hanno mai partecipato, mentre il 38,5% afferma di aver partecipato ad altri due-cinque scambi. Il 4,4%, invece, ha partecipato a più di dieci progetti Erasmus. Il 29,8% ha vissuto all’estero, di cui la maggior percentuale tra un mese e sei mesi.

Strumenti di ricerca

Per l’analisi delle ipotesi sono stati somministrati due questionari: il Multicultural Personality Questionnaire ed un Questionario Anagrafico creato appositamente per la ricerca-azione in oggetto.

Il Multicultural Personality Questionnaire

Il Multicultural Personality Questionnaire (2000) è un questionario che classifica i tratti di personalità multiculturali. Lo sviluppo dello strumento è stato effettuato dai ricercatori van der Zee e van Oudenhoven grazie alle analisi dei costrutti teorici di vari ricercatori a partire dal 1990.

L’MPQ (Multicultural Personality Questionnaire) è un questionario composto da 91 item il quale richiede al partecipante di rispondere a delle descrizioni partendo dalla domanda “In che misura le affermazioni seguenti ti rappresentano?”. Ogni item richiede una risposta su una scala Likert che va da 1 (assolutamente non mi rappresenta) a 5 (mi rappresenta completamente) (Ponterotto et. al, 2007, 119).

I tratti di personalità sono stati adattati sul modello del “Big Five” ed analizzati in un’ottica interculturale (van der Zee, van Oudenhoven, 2000, 301).

Dal 2000 al 2013 i ricercatori hanno validato il Questionario facendo analisi dell’affidabilità di ogni singolo item. Da una iniziale versione di 91 item divisi in sette scale (van der Zee, van Oudenhoven, 2000, 291-309), si è passati a 91 item distribuiti in quattro scale (ibidem) e successivamente a 138 item per cinque scale (van der Zee, van Oudenhoven, 2001, 278-288), fino ad arrivare alle due versioni attualmente utilizzate: la versione completa, composta di 91 item suddivisi in cinque scale (Ponterotto et. al, 2007, 119-135; van der Zee et. al, 2013, 118-124) e la short form di 78 item suddivisi in altrettante cinque scale (van Oudenhoven, van der Zee, 2002, 679-694; Leone et. al, 2004, 1449-1462; van der Zee et. al, 2013, 118-124).

Le cinque scale rappresentano i cinque tratti che, nel corso degli anni, sono risultati i più attendibili sia a livello di item che a livello di scale stesse. Queste sono state costruite attraverso la descrizione dei comportamenti più significativi per ogni dimensione:

  • empatia culturale: la sensibilità e la capacità di avere interesse negli altri e riflettere su emozioni e pensieri altrui. In altre parole, si intende l’abilità di empatizzare con emozioni, pensieri, comportamenti di persone con diverse origini culturali (van der Zee, van Oudenhoven, 2000, 293; Ponterotto et. al, 2007, 120). La scala dell’empatia culturale è composta da 18 item e presenta affermazioni come: “Capisce le emozioni delle persone” (+) o “Trova difficile empatizzare con altri” (-).

  • apertura mentale: una attitudine non pregiudizievole ed una tolleranza etnica verso i membri dell’outgroup ed in riferimento a norme culturali differenti dalle proprie. (van der Zee, van Oudenhoven, 2000, 294; Ponterotto et. al, 2007, 120). La scala dell’Apertura Mentale è composta da 18 item e presenta affermazioni come: “è interessato ad altre culture” (+) o “è curioso” (+). Questa scala non presenta item rovesciati.

  • stabilità emotiva: questa è identificata come la capacità di mantenere la calma anche in situazioni avverse. Viene correlata ai tratti multiculturali in quanto, in una interazione sociale che fuoriesce dagli schemi, è fondamentale mantenere la calma ed il controllo del proprio livello emotivo (van der Zee, van Oudenhoven, 2000, 294; Ponterotto et. al, 2007, 120). La scala della Stabilità Emotiva è composta da 20 item e presenta affermazioni come “considera i problemi risolvibili” (+) o “è timido” (-).

  • iniziativa sociale: precedentemente chiamata “orientamento all’azione” (van der Zee, van Oudenhoven, 2000) questa scala valuta il coraggio di prendere iniziativa e di sentirsi fautori degli avvenimenti di vita. Queste persone tendono ad essere orientate all’azione, a raggiungere i risultati desiderati ed a risolvere i problemi (Ponterotto et. al, 2007, 120). La scala dell’Iniziativa Sociale è composta da 18 item e presenta affermazioni come “approccia facilmente con altre persone” (+) o “tende ad aspettare e vedere come vanno le cose” (-).

  • flessibilità: passare rapidamente da una strategia all’altra, l’abilità di imparare dagli errori e dall’esperienza e di modificare il proprio comportamento quando richiesto (van der Zee, van Oudenhoven, 2000, 295; Ponterotto et. al, 2007, 120). La scala della Flessibilità è composta da 18 item e presenta affermazioni come “cerca le sfide” (+) o “lavora secondo regole rigide” (-).

Il questionario è inoltre validato su un campione interculturale in modo da rendere lo strumento fruibile tra tutta la popolazione occidentale (Leone et. al, 2004, 1453; Ponterotto et. al, 2007, 124; van der Zee, 2013, 119).

In questo studio è stata utilizzata la versione inglese con linguaggio europeo (che si differenzia, in termini di linguaggio, dalla versione americana in alcuni item). Il questionario è stato fornito direttamente dai ricercatori ed è aggiornato al 2013 (van der Zee et. al, 2013, 118-124), i diritti di autore sono del 2000.

Questionario anagrafico

È stato inoltre somministrato un questionario Anagrafico sviluppato appositamente per la ricerca e composto da ventuno domande a risposta multipla che andavano ad esplorare caratteristiche anagrafiche rilevanti per l’analisi delle ipotesi di ricerca.

Risultati

Le ipotesi di ricerca, basate sugli studi sul contatto intergruppo e l’apprendimento cooperativo per il potenziamento dei tratti di personalità multiculturali e la diminuzione del pregiudizio etnico sono cinque, di cui due principali e tre secondarie.

Tutte le ipotesi vogliono essere una prima analisi nella valutazione dell’impatto dei tratti di personalità multiculturali come competenze ritenute oggi fondamentali per la diminuzione del pregiudizio (Vezzali et al., 2018, 160) e quindi promotrici di cooperazione sia a livello sociale e relazionale sia per l’accesso al mondo del lavoro. Infatti, avere un buon livello di tratti di personalità multiculturali facilita l’apprendimento ed è, ad oggi, uno dei requisiti fondamentali per l’inserimento nel mondo del lavoro, oggi delineato da aziende multiculturali che richiedono la capacità di lavorare con personale di origini nazionali differenziate (Chiu et al., 2013, 844; La Barbera, Cariota Ferrara, 2015, 112; Raabe, Beelmann, 2011, 1717; Popov, Brinkman, van Oudenhoven, 2017, 1008; Hofstede, Hofstede, Minkov, 2010, 167).

Le prime due vedono come variabile indipendente la metodologia di apprendimento cooperativo e come variabile dipendente i tratti di personalità multiculturali.

Le tre ipotesi secondarie valutano invece l’influenza di variabili soggettive come età, genere, provenienza nazionale e densità di popolazione della città in cui si vive.

Analisi dei dati

Per tutte le scale è stata effettuata l’analisi dell’attendibilità attraverso il coefficiente Alfa di Cronbach, calcolato per ciascun fattore. Tale coefficiente permette di comprendere la fedeltà della scala di misura, cioè quanto gli item appartenenti ad una stessa scala condividono lo stesso significato e misurano il medesimo costrutto. Il valore varia da 0 a 1, più il valore si avvicina ad 1, maggiore è l’attendibilità della scala (Schiavi, 2004, 58).

È stata inoltre effettuata l’analisi della correlazione tra scale attraverso il coefficiente di Pearson, il quale rappresenta il grado di associazione positiva o negativa tra le scale. Se è presente una relazione positiva ciò indica che i casi che ottengono un valore elevato/basso in una variabile tendono ad ottenere valori elevati/bassi nell’altra variabile, mentre una relazione negativa comporta che ai bassi punteggi di una variabile corrispondono alti punteggi sull’altra variabile o viceversa (Bay, 2012, 257-260).

Inoltre, per esaminare se i punteggi delle medie delle variabili indipendenti variano nelle diverse scale prese in considerazione nelle ipotesi sono state effettuate l’analisi della varianza (ANOVA) con analisi post hoc di Bonferoni, nel caso in cui le medie fossero più di due, e l’analisi t di Student per campioni indipendenti, nel caso in cui le medie da confrontare fossero due. 

Le analisi statistiche son state condotte mediante il pacchetto statistico IBM® SPSS v. 20.

Affidabilità

Tabella 1. Affidabilità campione totale

N

Media

DS

Min

Max

N Item

Alfa di Cronbach

Cultural Empathy

318

70.72

8.30

47

88

18

.843

Openmindedness

318

67.71

8.74

29

86

18

.823

Social Initiative

318

60.03

8.57

34

82

17

.833

Emotional Stability

318

63.73

10.41

37

97

20

.840

Flexibility

318

60.73

7.83

35

80

18

.748

L’affidabilità dei risultati risulta elevata. Confrontando i dati sull’affidabilità della ricerca-azione in oggetto con quelli della validazione originale dell’MPQ (van der Zee et al., 2013, 122) emerge che l’Alfa di Cronbach ottiene un valore statisticamente significativo in entrambe le analisi.

La scala Cultural Empathy ottiene un valore quasi equivalente (α = .843) rispetto alla validazione originale (α = .86). La scala Openmindedness ottiene un valore quasi equivalente (α = .823) rispetto alla versione originale (α = .87). La scala Social Initiative ottiene un valore minore (α = .833) rispetto alla versione originale (α = .86). La scala Emotional Stability ottiene un valore quasi equivalente (α = .84) rispetto alla versione originale (α = .83). La scala Flexibility ottiene un valore minore (α = .748) rispetto alla versione originale (α = .81).

Tabella 2. Affidabilità nel test-rerest

N

Media

DS

Min

Max

N Item

Alfa di Cronbach

Pre

Cultural Empathy

115

70.43

8.32

47

88

18

.848

Openmindedness

115

68.54

7.66

49

86

18

.802

Social Initiative

115

60.17

8.04

44

80

17

.827

Emotional Stability

115

64.31

10.26

37

91

20

.844

Flexibility

115

61.70

7.56

43

80

18

.746

Post

Cultural Empathy

113

71.69

8.23

50

88

18

.851

Openmindedness

113

69.48

8.04

49

85

18

.826

Social Initiative

113

61.73

8.06

40

82

17

.831

Emotional Stability

113

64.59

11.02

40

97

20

.861

Flexibility

113

61.43

8.09

41

80

18

.785

L’affidabilità del test-retest, come nel caso sopraindicato, risulta elevata e l’Alfa di Cronbach ottiene un punteggio statisticamente significativo.

Correlazioni

Si è proceduto ad effettuare l’intercorrelazione tra le scale dell’MPQ, sia per il totale, sia nel gruppo di chi ha effettuato/non effettuato scambi culturali che nel gruppo del pre/post esperienza.

Tabella 3. Correlazione per il totale

Correlazioni per il Totale (N=318)

Openmindedness

Social Initiative

Emotional Stability

Flexibility

Cultural Empathy

r

.586**

.381**

.086

.272**

p

<.001

<.001

.127

<.001

Openmindedness

r

 

.449**

.047

.343**

p

 

<.001

.408

<.001

Social Initiative

r

   

.335**

.353**

p

   

<.001

<.001

Emotional Stability

r

     

.240**

p

     

<.001

**. La correlazione è significativa a livello .01 (a due code).

La scala Cultural Empathy si correla in modo significativo e positivamente con le scale Openmindedness (r = .586, p < .001), Social Initiative (r = .381, p < .001), Flexibility (r = .272, p < .001). La scala Openmindedness si correla in modo significativo e positivamente con le scale Social Initiative (r = .449, p < .001) e Flexibility (r = .343, p < .001). La scala Social Initiative si correla in modo significativo e positivamente con le scale Emotional Stability (r = .335, p < .001) e Flexibility (r = .353, p < .001). La scala Emotional Stability si correla in modo significativo e positivamente con la scala Flexibility (r = .240, p < .001).

Tabella 4. Correlazione per gruppo di controllo e sperimentale

Correlazioni per Gruppo di Controllo e Gruppo Sperimentale

EXCHANGE Y N

Openmindedness

Social Initiative

Emotional Stability

Flexibility

No

(n=90)

Cultural Empathy

r

.624**

.396**

-.057

.241*

p

<.001

<.001

.597

.022

Openmindedness

r

 

.454**

-.181

.373**

p

 

<.001

.087

<.001

Social Initiative

r

   

.326**

.355**

p

   

.002

.001

Emotional Stability

r

     

.182

p

     

.086

(n=228)

Cultural Empathy

r

.576**

.368**

.128

.275**

p

<.001

<.001

.054

<.001

Openmindedness

r

 

.413**

.113

.293**

p

 

<.001

.088

<.001

Social Initiative

r

   

.325**

.326**

p

   

<.001

<.001

Emotional Stability

r

     

.241**

p

     

<.001

**. La correlazione è significativa a livello .01 (a due code).

*. La correlazione è significativa a livello .05 (a due code).

Per quanto riguarda il gruppo di controllo, la scala Cultural Empathy si correla in modo significativo e positivamente con le scale Openmindedness (r = .624, p < .001), Social Initiative (r = .396, p < .001) e Flexibility (r = .241, p = .022). La scala Openmindedness si correla in modo significativo e positivamente con le scale Social Initiative (r = .454, p < .001) e Flexibility (r = .355, p < .001). La scala Social Initiative si correla in modo significativo e positivamente con le scale Emotional Stability (r = .326, p = .002) e Flexibility (r = .355, p < .001).

Nel gruppo sperimentale le correlazioni risultano invariate tranne in alcuni casi. Facendo un confronto tra il Gruppo Sperimentale ed il Gruppo di Controllo si possono evidenziare alcune differenze. Se nel Gruppo di Controllo la scala Cultural Empathy non ottiene un punteggio statisticamente significativo quando correlata con la scala Emotional Stability (r = -.057, p = .597), nel Gruppo Sperimentale la stessa correlazione risulta positiva e significativa (r = .128, p = .054). Se nel Gruppo di Controllo la scala Emotional Stability non si correla in modo significativo con la scala Flexibility (r = .182, p = .086), nel Gruppo sperimentale la stessa correlazione risulta positiva e significativa (r = .241, p < .001).

Tabella 5. Correlazione per Pre e Post somministrazione

Correlazioni per Pre e Post somministrazione

PRE POST

Openmindedness

Social Initiative

Emotional Stability

Flexibility

Pre

(n=115)

Cultural Empathy

r

.612**

.455**

.061

.289**

p

<.001

<.001

.520

.002

Openmindedness

r

 

.452**

.024

.258**

p

 

<.001

.803

.005

Social Initiative

r

   

.281**

.313**

p

   

.002

<.001

Emotional Stability

r

     

.258**

p

     

.005

Post

(n=113)

Cultural Empathy

r

.538**

.270**

.191*

.267**

p

<.001

.004

.042

.004

Openmindedness

r

 

.368**

.193*

.328**

p

 

<.001

.040

<.001

Social Initiative

r

   

.367**

.345**

p

   

<.001

<.001

Emotional Stability

r

     

.227*

p

     

.016

**. La correlazione è significativa a livello .01 (a due code).

*. La correlazione è significativa a livello .05 (a due code).

Nell’analisi delle correlazioni tra la somministrazione pre-post scambio, nella prima somministrazione la scala Cultural Empathy si correla in modo significativo e positivamente con le scale Openmindedness (r = .612, p < .001), Social Initiative (r = .455, p < .001) e Flexibility (r = .289, p = .002). La scala Openmindedness si correla in modo significativo e positivamente con le scale Social Initiative (r = .452, p < .001) e Flexibility (r = .258, p = .005). La scala Social Initiative si correla in modo significativo e positivamente con le scale Emotional Stability (r = .281, p = .002) e Flexibility (r = .313, p < .001). La scala Emotional Stability si correla in modo significativo e positivamente con la scala Flexibility (r = .258, p = .005). Nella seconda somministrazione le correlazioni risultano invariate tranne in alcuni casi.

Facendo un confronto tra il Gruppo Sperimentale ed il Gruppo di Controllo si possono evidenziare alcune differenze. Se nella prima somministrazione la scala Cultural Empathy non ottiene un punteggio statisticamente significativo quando correlata con la scala Emotional Stability (r = .061, p = .520), nella seconda somministrazione la stessa correlazione risulta positiva e significativa (r = .191, p = .042). Se nella prima somministrazione la scala Openmindedness non ottiene un punteggio statisticamente significativo quando correlata con la scala Emotional Stability (r = .024, p = .803), nella seconda somministrazione la stessa correlazione risulta positiva e significativa (r = .193, p = .040).

Analisi delle ipotesi

Per tutte le ipotesi è stata eseguita un’analisi della varianza per vedere se ci fossero differenze tra i diversi gruppi in analisi.

Ipotesi 1

La prima ipotesi indaga quanto e se il contatto inter-gruppo in ambito di cooperazione interculturale tra europei promuove una personalità multiculturale in grado di diminuire il pregiudizio etnico. Perciò, coloro i quali usufruiscono di un tale contesto di lavoro, vedono potenziate le proprie competenze di personalità multiculturale al contrario di chi invece non ha mai usufruito di tale setting. L’ipotesi vuole constatare se giovani europei, i quali hanno un senso di identità nazionale personale ed un senso di identità europeo condiviso, che partecipano per un breve periodo continuativo ad un contatto intergruppo in ambito cooperativo che vede isolate alcune variabili intervenienti (il quale si basa sui principi cardine di questa metodologia, promuovendo cooperazione e diminuendo la competizione), al contrario di chi non ha mai partecipato a simili esperienze, hanno un livello più elevato di competenze interculturali.

Tabella 6. Analisi per gruppo sperimentale vs gruppo di controllo (Ipotesi 1)

Scambio No (n=90)

Scambio sì (n=228)

Media

DS

 

Media

DS

t(316)

p

d di Cohen

Cultural Empathy

69.88

8.32

 

71.05

8.28

-1.138

.256

-.142

Openmindedness

64.43

9.98

 

69.00

7.85

-3.895

<.001

-.509

Social Initiative

57.73

9.38

 

60.94

8.07

-3.048

.002

-.367

Emotional Stability

61.89

9.66

 

64.45

10.62

-1.987

.048

-.252

Flexibility

58.61

7.53

 

61.57

7.81

-3.070

.002

-.385

Chi dichiara di aver effettuato scambi culturali ha in media punteggi statisticamente più elevati nelle scale Openmindedness (t(316) = -3.895, p < .001, d = -.509) (M = 69.00), Social Initiative (t(316) = -3.048, p =.002, d = -.367) (M = 60.94), Emotional Stability (t(316) = -1.987, p =.048, d = -.252) (M = 64.45) e Flexibility (t(316) = -3.070, p =.002, d = -.385) (M = 61.57), rispetto a chi non ha mai effettuato scambi culturali, con punteggi medi, rispettivamente, di M = 64.43, M = 57.73, M = 61.89 e M = 58.61.

Ipotesi 2

La seconda ipotesi, prendendo in considerazione la stabilità dei tratti di personalità, vuole valutare se la partecipazione a queste attività in un breve periodo continuativo che va da una settimana ai quindici giorni sia sufficiente per promuovere maggiormente una personalità multiculturale in grado di diminuire il pregiudizio etnico. Perciò, se coloro i quali usufruiscono di un tale contesto di lavoro potenziano le proprie competenze di personalità multiculturale tra l’inizio e la fine delle attività.

Tabella 7. Analisi per test-retest (Ipotesi 2)

Pre (n=115)

Post (n=113)

Media

DS

 

Media

DS

t(226)

p

d di Cohen

Cultural Empathy

70.43

8.32

 

71.69

8.23

-1.153

.250

.153

Openmindedness

68.54

7.66

 

69.48

8.04

-.903

.368

.120

Social Initiative

60.17

8.04

 

61.73

8.06

-1.455

.147

.193

Emotional Stability

64.31

10.26

 

64.59

11.02

-.198

.843

.026

Flexibility

61.70

7.56

 

61.43

8.09

.253

.801

-.033

Rispetto all’ipotesi di partenza, chi ha partecipato ad uno o più scambi culturali non ha punteggi statisticamente più elevati nel retest.

Ipotesi 3

L’ipotesi 3 valuta se il Genere e l’Età mostrano una influenza significativa nella differenza di Tratti di Personalità Multiculturali nel campione totale, nel gruppo sperimentale e nel gruppo di controllo. Soprattutto rispetto all’età, la fascia tra i quindici/sedici anni dimostra una notevole diminuzione del pregiudizio per poi riaumentare verso i diciassette/diciannove anni e mantenere una sua stabilità (Raabe, Beelmann, 2011, 1729).

Tabella 8. Analisi per genere (Ipotesi 3)

Maschi

Femmine

n

Media

DS

n

Media

DS

t(*)

p

d di Cohen

Cultural Empathy

Scambio Sì

92

71.53

8.69

 

134

70.91

7.85

.560

.576

.075

 

Scambio No

25

67.68

9.03

 

65

70.72

7.94

-1.567

.121

-.358

 

Totale

117

70.71

8.87

 

199

70.85

7.86

-.146

.884

-.017

Openmindedness

Scambio Sì

92

68.70

8.13

 

134

69.34

7.64

-.603

.547

-.081

 

Scambio No

25

62.76

11.79

 

65

65.08

9.22

-.986

.327

-.219

 

Totale

117

67.43

9.30

 

199

67.94

8.41

-.508

.612

-.058

Social Initiative

Scambio Sì

92

60.28

8.11

 

134

61.31

8.06

-.936

.351

-.127

 

Scambio No

25

59.16

10.65

 

65

57.18

8.87

.894

.374

.202

 

Totale

117

60.04

8.68

 

199

59.96

8.53

.083

.934

.009

Emotional Stability

Scambio Sì

92

68.93

10.34

 

134

61.26

9.70

5.687

<.001

.765

 

Scambio No

25

66.84

9.97

 

65

59.98

8.90

3.164

.002

.726

 

Totale

117

68.49

10.26

 

199

60.84

9.44

6.727

<.001

.776

Flexibility

Scambio Sì

92

60.70

8.68

 

134

62.18

7.07

-1.359

.176

-.187

 

Scambio No

25

56.16

8.17

 

65

59.55

7.11

-1.945

.055

-.443

 

Totale

117

59.73

8.74

199

61.32

7.17

-1.671

.096

-.199

*nota: gradi di libertà: Gruppo scambio si = 224, gruppo scambio no=88, totale=314

È stata eseguita un’analisi della varianza per verificare se vi erano differenze nei punteggi medi delle scale del MPQ per i due gruppi di genere considerati, sia per il campione totale (N=318) che per la variabile Scambio Sì (n=228)/Scambio No (n=90). Nel gruppo totale il test si è rivelato significativo per la scala Emotional Stability (p = <.001). Infatti, nel campione totale, i maschi ottengono un punteggio statisticamente più elevato in questa scala (M = 68.49) rispetto alle femmine (M = 60.84). Andando ad analizzare i campioni distinti tra chi ha partecipato e chi non ha mai partecipato emerge la stessa differenziazione per entrambi i gruppi.

Tabella 9. Analisi per età (Ipotesi 3)

15-17 anni

 

18-21 anni

 

22-30 anni

     

N

Media

DS

 

N

Media

DS

 

N

Media

DS

F

p

η2

Cultural Empathy

Scambio Sì

54

69.43a

6.269

 

135

72.56a.b

8.611

 

39

68.08b

8.51

6.064

.003

.051

 

Scambio No

29

71.03

10.016

 

30

70.13

7.660

 

31

68.55

7.20

.685

.507

.016

 

Totale

83

69.99

7.762

 

165

72.12a

8.476

 

70

68.29a

7.91

5.865

.003

.036

Openmindedness

Scambio Sì

54

67.28

7.144

 

135

70.10

8.173

 

39

67.59

7.12

3.332

.038

.029

 

Scambio No

29

64.41

9.061

 

30

67.00

8.510

 

31

61.97

11.67

1.980

.144

.044

 

Totale

83

66.28a

7.932

 

165

69.54a.b

8.296

 

70

65.10b

9.75

8.213

<.001

.050

Social Initiative

Scambio Sì

54

58.93

6.360

 

135

61.30

8.527

 

39

62.51

8.21

2.590

.077

.023

 

Scambio No

29

58.62

10.688

 

30

57.67

8.751

 

31

56.97

8.89

.230

.795

.005

 

Totale

83

58.82

8.073

 

165

60.64

8.656

 

70

60.06

8.90

1.244

.290

.008

Emotional Stability

Scambio Sì

54

61.26a

7.680

 

135

64.67

11.276

 

39

68.13a

10.73

4.969

.008

.042

 

Scambio No

29

61.41

8.087

 

30

62.87

10.585

 

31

61.39

10.30

.227

.798

.005

 

Totale

83

61.31

7.776

 

165

64.34

11.144

 

70

65.14

11.00

3.208

.042

.020

Flexibility

Scambio Sì

54

61.30

6.683

 

135

61.88

8.277

 

39

60.85

7.71

.306

.737

.003

 

Scambio No

29

59.34

8.147

 

30

60.07

6.607

 

31

56.52

7.55

1.938

.150

.043

Totale

83

60.61

7.240

 

165

61.55a

8.012

 

70

58.93a

7.89

2.798

.062

.017

Le medie che condividono le medesime lettere (es. a/b con p <.050) o simboli (es. † con p < .100) hanno differenze statisticamente significative.

È stata eseguita un’analisi della varianza per verificare se vi erano differenze nei punteggi medi delle scale del MPQ per i tre gruppi di età considerati, sia per il campione totale (N=318) che per la variabile Scambio Sì (n=228)/Scambio No (n=90).

Nel gruppo totale il test si è rivelato significativo per le scale Cultural Empathy (F(2,315) = 5.865, p = .003, 2 = .036), Openmindedness (F(2,315) = 8.213, p < .001, 2 = .050), Emotional Stability (F(2,315) = 3.208, p = .042, 2 = .020) e tendente alla significativa per la scala Flexibility (F(2,315) = 2.798, p = .062, 2 = .017). I successivi test post-hoc di Bonferroni hanno mostrato alcune differenze significative tra alcuni gruppi delle variabili indipendente, età, presa in considerazione. Nello specifico il gruppo dei 18-21enni (M = 72.12) ha medie significativamente più alte nella Cultural Empathy rispetto a quello dei 22-30enni (M = 68.08). Nella scala Openmindedness sempre i 18-21enni (M = 69.54) hanno medie più alte sia rispetto ai 15-17enni (M = 66.28) che ai 22-30enni (M = 65.10). I 22-30enni (M = 65.14) hanno un punteggio medio tendente alla significativà più elevato nella scala Emotional Stability rispetto al gruppo dei più giovani 15-17enni (M = 61.31). Infine, il gruppo dei 18-21enni (M = 61.55) è più flessibile rispetto ai più grandi, 22-30enni (M = 58.93).

Nel gruppo di chi ha partecipato allo scambio il test si è rivelato significativo per le scale Cultural Empathy (F(2,225) = 6.064, p = .003, 2 = .051), Openmindedness (F(2,225) = 3.332, p = .030, 2 = .029), Emotional Stability (F(2,225) = 4.969, p = .008, 2 = .042) e tendente alla significativa per la scala Social Initiative (F(2,225) = 2.590, p = .077, 2 = .023). I successivi test post-hoc di Bonferroni hanno mostrato alcune differenze significative tra alcuni gruppi delle variabili indipendente, età, presa in considerazione. Nello specifico il gruppo dei 18-21enni (M = 72.56) hanno medie significativamente più elevate nella Scala Cultural Empathy rispetto ai 15-17 enni (M= 69.43) ed ai 22-30enni (M = 68.08). Il gruppo di 18-21enni (M= 70.10) ha una media statisticamente significativa più elevata nella scala Openmindedness rispetto a quello dei 15-17enni (M = 67.28). Il gruppo dei 22-30enni (M = 62.51) ha una media che tende alla significatività più elevata nella scala Social Initiative rispetto a quello dei 15-17enni (M = 58.93). Il gruppo dei 22-30enni (M = 68.13) ha una media statisticamente significativa più elevata nella scala Emotional Stability rispetto a quello dei 15-17enni (M = 61.26). Nel Campione di chi non ha mai partecipato ad uno scambio, non si evidenziano differenze statisticamente rilevanti.

Ipotesi 4

La seconda ipotesi su variabili soggettive vuole valutare il peso della provenienza nazionale tra paesi Ovest (Italia, Paesi Bassi, Grecia e Portogallo), paesi Est (Slovenia, Romania, Lituania, Croazia, Bulgaria, Ungheria) e paesi non comunitari (Macedonia) nel livello tratti multiculturali di personalità sia per il gruppo totale, che per quello di controllo che per quello sperimentale. L’obiettivo è quello di valutare se l’appartenenza Ovest (la quale attualmente è inserita da più tempo nella Comunità Europea) sia testimonianza di una maggiore promozione di tratti di personalità culturali al contrario dell’appartenenza Est la quale è reduce da uno stile educativo, di istruzione e lavorativo dittatoriale ma allo stesso tempo comunitario (cit. in Hello, Scheepers, Gijsberts, 2002, 8).

Tabella 10. Analisi per provenienza nazionale (Ipotesi 4)

   

UE

 

UE Est

 

No UE (Macedonia)

     
   

N

Media

DS

 

N

Media

DS

 

N

Media

DS

F(*)

p

η2

Cultural_Empathy

Scambio Sì

69

69.91

8.40

 

133

71.40

8.29

 

26

72.31

7.86

1.069

.345

.009

 

Scambio No

34

69.38

7.05

 

50

69.98

9.40

 

6

71.83

5.56

.226

.798

.005

 

Totale

103

69.74

7.95

 

183

71.01

8.61

 

32

72.22

7.40

1.360

.258

.009

Openmindedness

Scambio Sì

69

68.20

7.94

 

133

69.28

7.55

 

26

69.73

9.16

.550

.578

.005

 

Scambio No

34

61.18a

11.37

 

50

65.82

8.63

 

6

71.33a,†

6.53

3.974

.022

.084

 

Totale

103

65.88a

9.74

 

183

68.33

7.99

 

32

70.03a,†

8.66

3.916

.021

.024

Social_Initiative

Scambio Sì

69

61.59

8.02

 

133

60.32

8.24

 

26

62.38

7.23

1.032

.358

.009

 

Scambio No

34

56.35

7.33

 

50

58.34

10.79

 

6

60.50

6.72

.729

.485

.016

 

Totale

103

59.86

8.15

 

183

59.78

9.02

 

32

62.03

7.07

.969

.381

.006

Emotional_Stability

Scambio Sì

69

64.17

11.95

 

133

65.57a

10.19

 

26

59.46a

7.46

3.717

.026

.032

 

Scambio No

34

62.12

8.72

 

50

61.36

10.34

 

6

65.00

9.86

.390

.678

.009

 

Totale

103

63.50

10.99

 

183

64.42

10.37

 

32

60.50

8.08

1.982

.140

.012

Flexibility

Scambio Sì

69

60.57

8.62

 

133

62.14

7.49

 

26

61.31

7.14

.934

.395

.008

 

Scambio No

34

58.21

8.05

 

50

58.74

7.45

 

6

59.83

5.91

.133

.876

.003

 

Totale

103

59.79

8.47

 

183

61.21

7.61

 

32

61.03

6.86

1.112

.330

.007

Nota: (*) gradi di libertà: scambio sì = 225; scambio no = 87 e Totale =315.

Le medie che condividono le medesime lettere (es. a/b con p<.050) o simboli (es. † con p < .100) hanno differenze statisticamente significative.

È stata eseguita un’analisi della varianza per verificare se vi erano differenze nei punteggi medi delle scale del MPQ per i tre gruppi considerati, sia per il campione totale (N=318) che per la variabile Scambio Sì (n=228)/Scambio No (n=90). Nel gruppo totale il test si è rivelato significativo per la scala Openmindedness (F(2,315) = 3.916, p = .021, 2 = .024); nel gruppo di chi non ha partecipato ad uno scambio il test si è rivelato significativo per la scala Openmindedness (F(2,87) = 3.974, p = .022, 2 = .084); nel gruppo di chi ha partecipato allo scambio il test si è rivelato significativo per la scala Emotional Stability (F(2,225) = 3.717, p = .026, 2 = .032). I successivi test post-hoc di Bonferroni hanno mostrato che il gruppo No UE (M = 70.03) presenta differenze statisticamente significative nella scala Openmindedness rispetto ai gruppi UE (M = 65.88) e UE Est (M = 68.33). Il gruppo No UE (M = 71.33) presenta differenze statisticamente significative nella scala Openmindedness rispetto ai gruppi UE (M = 61.18) e UE Est (M = 65.82). Il gruppo UE Est (M = 65.57) presenta differenze statisticamente significative nella scala Emotional Stability rispetto al gruppo No UE (M = 59.46).

Ipotesi 5

L’ultima ipotesi analizza se coloro che provengono da una grande città (più di 500.000 abitanti), i quali hanno maggiore possibilità di sperimentare un contatto intergruppo, vedono maggiormente potenziati i loro tratti multiculturali di personalità rispetto a coloro che vivono in un piccolo centro (Piccola città: 80.000-500.000 abitanti; Paese: 40.000-80.000 abitanti; Campagna: meno di 40.000 abitanti).

Tabella 11. Analisi per città di provenienza (Ipotesi 5)

Big City

 

Small City

 

Town

 

Countryside

     

N

Media

DS

 

N

Media

DS

 

N

Media

DS

 

N

Media

DS

F

p

η2

Cultural Empathy

Scambio Sì

80

70.46

7.47

 

46

73.61a

9.14

 

75

71.35

7.46

 

26

67.27a

10.07

3.544

.015

.046

 

Scambio No

27

68.19

6.71

 

28

72.82

9.04

 

24

69.00

9.19

 

11

68.45

6.95

1.783

.156

.059

 

Totale

107

69.89a

7.32

 

74

73.31a,b

9.05

 

99

70.78

7.93

 

37

67.62b

9.17

4.634

.003

.043

Openmindedness

Scambio Sì

80

67.73a

7.42

 

46

72.09a,b

8.33

 

75

69.07

7.14

 

26

67.12b

9.06

3.695

.013

.047

 

Scambio No

27

64.85

9.34

 

28

68.43a

9.22

 

24

60.42a

11.11

 

11

62.00

7.52

3.253

.026

.102

 

Totale

107

67.00a

8.00

 

74

70.70a,b,c

8.80

 

99

66.97b

9.02

 

37

65.59c

8.85

4.207

.006

.039

Social Initiative

Scambio Sì

80

60.39

7.18

 

46

62.54

10.07

 

75

59.39

7.79

 

26

63.77

6.09

2.808

.040

.036

 

Scambio No

27

57.74

7.93

 

28

60.00

11.66

 

24

57.67

8.32

 

11

52.09

6.61

1.931

.131

.063

 

Totale

107

59.72

7.43

 

74

61.58

10.69

 

99

58.97

7.91

 

37

60.30

8.20

1.384

.248

.013

Emotional Stability

Scambio Sì

80

61.29a

9.01

 

46

67.59a

12.06

 

75

64.81

10.15

 

26

66.73

11.20

4.375

.005

.056

 

Scambio No

27

62.41

10.75

 

28

61.14

8.51

 

24

62.75

9.67

 

11

60.64

10.67

.201

.895

.007

 

Totale

107

61.57

9.44

 

74

65.15

11.24

 

99

64.31

10.03

 

37

64.92

11.26

2.309

.076

.022

Flexibility

Scambio Sì

80

61.13

6.86

 

46

63.13

8.49

 

75

61.77

7.47

 

26

59.08

9.60

1.619

.186

.021

 

Scambio No

27

57.89

6.97

 

28

59.64

7.91

 

24

57.96

8.15

 

11

59.18

0.33

.803

.876

.011

Totale

107

60.31

7.00

 

74

61.81

8.39

 

99

60.85

7.78

 

37

59.11

8.83

1.114

.344

.011

Nota: (*) gradi di libertà: scambio sì = 223; scambio no = 86 e Totale =313.

Le medie che condividono le medesime lettere (es. a/b con p<.050) o simboli (es. † con p < .100) hanno differenze statisticamente significative.

È stata eseguita un’analisi della varianza per verificare se vi erano differenze nei punteggi medi delle scale del MPQ per i quattro gruppi considerati, sia per il campione totale (N=318) che per la variabile Scambio Sì (n=228)/Scambio No (n=90). Nel gruppo totale il test si è rivelato significativo per le scale Cultural Empathy (F(3,314) = 4.634, p = .003, 2 = .043) e Openmindedness (F(3,314) = 4.207, p = .006, 2 = .039). I successivi test post-hoc di Bonferroni hanno mostrato che il gruppo Small City (M = 73.31) presenta differenze statisticamente significative nella scala Cultural Empathy rispetto ai gruppi Big City (M = 69.89) e Countryside (M = 67.62), e nella scala Openmindedness (M = 70.70) rispetto ai gruppi Big City (M= 67.00), Town (M = 66.97), Countryside (M = 65.59).

Nel gruppo di chi ha partecipato allo scambio, il test si è rivelato significativo per le scale Cultural Empathy (F(3,224) = 3.544, p = .015, 2 = .046), Openmindedness (F(3,224) = 3.695, p = .013, 2 = .047), Social Initiative (F(3,224) = 2.808, p = .040, 2 = .036) e Emotional Stability (F(3,224) = 4.375, p = .005, 2 = .056). I successivi test post-hoc di Bonferroni hanno mostrato che il gruppo Small City (M = 73.61) presenta differenze statisticamente significative nella scala Cultural Empathy rispetto al gruppo Countryside (M = 67.27) e nella scala Openmidendess (M = 72.09) rispetto ai gruppi Big City (M = 67.73) e Countryside (M = 67.12). Il gruppo Countryside (M = 63.77) presenta differenze statisticamente significative nella scala Social Initiative rispetto al gruppo Town (M = 59.39). Il gruppo Small City (M = 67.59) presenta differenze statisticamente significative nella scala Emotional Stability rispetto al gruppo Big City (M = 61.29).

Nel gruppo di chi non ha partecipato allo scambio, il test si è rivelato significativo per la scala Openmindedness (F(3,86) = 3.695, p = .013, 2 = .047). I successivi test post-hoc di Bonferroni hanno mostrato che il gruppo Small City (M = 68.43) presenta punteggi statisticamente significativi nella scala Openmindedness rispetto ai gruppi Small City (M = 68.43) e Town (M = 60.42).

Discussione dei risultati

La prima ipotesi verteva sulla possibilità che il contatto-intergruppo in ambito di apprendimento cooperativo promuovesse una personalità interculturale e di conseguenza diminuisse il pregiudizio etnico. Come emerso dall’analisi dei dati, l’ipotesi è stata confermata. Confrontando i dati del gruppo sperimentale e del gruppo di controllo emerge che i ragazzi che hanno partecipato agli scambi hanno una media di punteggi più elevati nelle scale dell’Apertura Mentale, dell’Iniziativa Sociale, della Stabilità Emotiva e della Flessibilità rispetto al gruppo di giovani che non hanno mai partecipato a queste attività.

L’Empatia Culturale non presenta invece differenze sostanziali tra i due campioni. La stessa è però altamente correlata con l’Apertura Mentale e l’Iniziativa Sociale sia per il gruppo sperimentale che per il gruppo di controllo. Anche l’Iniziativa Sociale in entrambi i gruppi evidenzia una correlazione elevata con la Stabilità Emotiva e la Flessibilità, andando quindi a far supporre che l’Empatia Culturale e l’Iniziativa Sociale siano i due tratti principali per lo sviluppo delle altre scale.

La conferma dell’ipotesi, la quale ha un livello di attendibilità pari quasi sempre al 100%, risulta importante nella comprensione del fatto che coloro che partecipano agli scambi tendono già dall’inizio delle attività ad ottenere punteggi più elevati in tutte le scale, tranne che in quella dell’Empatia Culturale, rispetto a chi non partecipa. Considerando che gran parte del gruppo sperimentale (il 79%), come si evince dai dati anagrafici, ha partecipato in passato a progetti con una simile metodologia, si suppone che coloro che prendono parte a queste attività abbiano dei tratti di personalità multiculturali più elevati o per variabili soggettive o per attività a cui hanno preso parte in passato.

La seconda ipotesi, la quale andava a confrontare i dati del test-retest tra l’inizio e la fine dello scambio non è stata confermata dai risultati. Infatti, la modificazione della Media, anche se presente, è minima. Considerando che i tratti di personalità sono stabili nel tempo e che le attività hanno avuto una durata di una settimana o di due settimane, questa variabile non può considerare sufficiente la modificazione dei Tratti di Personalità Multiculturali. Gli effetti sono probabilmente visibili nell’utilizzo della metodologia per un arco temporale più lungo, soprattutto se l’esperienza viene ripetuta e quindi consolidata.

Le restanti ipotesi hanno invece preso in considerazione variabili soggettive.

Per quanto riguarda il genere solo la Stabilità Emotiva risulta più elevata nei maschi che nelle femmine, per il resto i dati sono equivalenti. È interessante, anche in un’ottica di categorizzazione di genere, il fatto che non ci siano differenze significative nei tratti di personalità sia rispetto al campione totale sia rispetto a chi partecipa e chi non partecipa. La variabile della Stabilità Emotiva potrebbe essere più elevata nei maschi in quanto questi tendono ad essere più rigidi a livello emotivo (cit. in De Caroli et al., 2005, 55)

Riguardo la variabile dell’età, la fascia dei 18-21enni ottiene punteggi più elevati rispetto alle altre fasce per le scale di Empatia Culturale, Apertura Mentale e Flessibilità. Mentre la fascia dei 22-30enni ottiene punteggi più elevati delle altre nelle scale di Iniziativa Sociale e Stabilità Emotiva. In tutti i casi, tranne in quello della Flessibilità, il livello risulta più elevato in coloro che hanno partecipato a scambi giovanili. In accordo con la Teoria dell’investimento sociale (cit. in Vezzali et al., 2018, 161) si suppone che la fascia di età che va dall’adolescenza alla giovane età adulta sia quella in cui è più probabile che avvengano modificazioni sui tratti di personalità multiculturali ed allo stesso tempo sul pregiudizio etnico. L’analisi dei dati testimonia una modificazione positiva e significativa nelle scale dell’Empatia Culturale, Apertura Mentale ed Iniziativa Sociale nella fascia di età che va dai 17 ai 19 anni per il gruppo sperimentale per poi diminuire nell’età adulta (22-30) facendo posto alla Stabilità Emotiva ed all’Iniziativa Sociale. È perciò confermata la modificazione dei tratti di personalità nella fascia di età della prima età adulta ma non il fatto che, dopo i 17 anni, il livello di pregiudizio tende alla stabilità. Infatti, è proprio la fascia che segue quest’età a dimostrare una più elevata empatia culturale, iniziativa sociale ed apertura mentale per diminuire invece dai 22 anni in poi.

Rispetto alla nazionalità, l’ipotesi di partenza era che i paesi che rientrano nella Comunità Europea da più tempo e che si trovano ad Ovest (Italia, Paesi Bassi, Grecia e Portogallo) ottenessero punteggi più elevati rispetto ai paesi dell’Est (Lituania, Ungheria, Bulgaria, Romania, Croazia, Slovenia, Lituania) ed ai paesi non UE (Macedonia), in relazione al giovane ordinamento democratico di questi paesi. Al contrario di quanto ipotizzato, i punteggi tendono ad equivalersi sempre tranne che per la scala della Apertura Mentale per cui il punteggio più elevato è ottenuto dalla Macedonia seguita dai Paesi dell’Est. Lo stesso vale per la Stabilità Emotiva, la quale presenta un punteggio più elevato nel campione dei Paesi dell’Est. Questo fattore potrebbe essere dovuto alle abitudini di rigidità culturale e educativa degli ex-paesi sovietici (cit. in Hello, Scheepers, Gijsberts, 2002, 15).

L’ultima ipotesi verteva invece sulla possibilità che coloro i quali vivono in una grande città, avendo maggiori possibilità di scambio culturale, ottenessero punteggi più elevati al test. In realtà sono coloro che vivono in una piccola città ad ottenere punteggi più elevati nelle scale di Empatia Culturale, Apertura Mentale e Stabilità Emotiva. Coloro che vivono in campagna ottengono invece un punteggio più elevato rispetto agli altri nella scala dell’Iniziativa Sociale. I risultati sono in accordo con l’ipotesi per cui la qualità del contatto sia più importante della quantità dello stesso. Infatti, se in una grande città c’è maggiore possibilità di sviluppare un contatto con culture diverse dalla propria, questo non sempre è filtrato e istiga spesso paura e conseguenti episodi di intolleranza etnica. In una realtà più piccola, invece, essendo il contatto sporadico, è possibile una maggiore accoglienza del diverso e quindi una maggiore integrazione (Vezzali et al., 2018, 163).

Se da una parte per le tre ipotesi secondarie è possibile evidenziare delle differenze tra i vari gruppi di riferimento, allo stesso tempo molte sono le similitudini tra gli stessi. Questa conclusione porta a ipotizzare che vi sia per tutti, aldilà delle opportunità pregresse, la possibilità di sviluppare competenze interculturali e quindi di giungere ad un rispetto interetnico.

Limiti della ricerca e approfondimenti futuri

Oltre a ciò che è stato esplicitano nella discussione dei risultati, tra i limiti evidenziati in itinere grazie alla stesura dell’elaborato ed all’analisi dei dati, sicuramente il primo ha a che fare con il questionario stesso.

La ricerca ha avuto la durata di un anno e quattro mesi, tempistica sufficiente ma stretta. Sarebbe stato utile effettuare una somministrazione di follow-up a distanza di qualche mese. Allo stesso tempo la ricerca ha testimoniato che la durata di una settimana o due settimane non è stata sufficiente alla modificazione dei tratti di personalità multiculturali: sviluppare un percorso più lungo con il programma Erasmus+ e conseguentemente isolare le variabili esterne è pressoché impossibile. Proprio per questo sarebbe necessario sviluppare una metodologia da inserire all’interno di contesti di istruzione e di lavoro per poter constatare la longitudinalità di azione della metodologia.

Allo stesso tempo il campione non è stato omogeneo in tutti e tre gli scambi: solo pochi giovani hanno partecipato a tutte e tre le attività. Con un campione più ampio sarebbe interessante analizzare l’impatto di tale esperienza in riferimento al numero di volte in cui ogni singolo ne ha preso parte (distinguendo poi in sottogruppi la differenza di chi è alla prima esperienza, alla seconda, alla terza e così via). Sarebbe notevole, inoltre, analizzare il successo di questa metodologia in maniera continuativa ed utilizzando lo stesso campione.

In conformità con quanto detto, sarebbe utile effettuare uno studio longitudinale sul campione: quindi non solo coinvolgere gli stessi partecipanti in più progetti, ma vedere a distanza di anni quali benefici gli stessi hanno sviluppato (sia a livello di tratti di personalità multiculturali sia a livello lavorativo e sociale).

Inoltre, se la somministrazione cartacea ha assicurato la distinzione tra gruppo sperimentale e gruppo di controllo, è stato limitante non avere il test re-test abbinabile per ogni soggetto. Ciò sarà possibile inviando il questionario via mail (e quindi evitando il rischio di non avere il campione esatto e certo).

Oltre agli aspetti elencati, sarebbe interessante valutare attraverso nuovi studi se è la metodologia ad influire o la predisposizione personale e valutare quali variabili soggettive hanno impatto nei tratti di personalità multiculturali tra chi partecipa e chi non ha partecipato.

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