George Orwell, persuasione del grande fratello, manipolazione mentale e strumenti di difesa in “1984”


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George Orwell (1903-1950), pseudonimo di Eric Arthur Blair, è stato un iconico scrittore e saggista inglese. Tra le sue opere è possibile annoverare ‘’La fattoria degli animali’’ e “1984, come altissimi esempi di letteratura volta alla critica della società contemporanea. La riflessione sottesa in ognuno dei suoi romanzi è la legittimità del potere statale. Orwell (1903-1950) sperimenta in prima persona l’avvento dei grandi regimi autoritari europei, dai quali rimase profondamente scosso. I romanzi di Orwell, rispecchiano la realtà della quale lui stesso è diretto spettatore. Orwell rappresenta, estremizzandole, le conseguenze della progressiva degenerazione politica della prima metà del XX secolo. Nonostante il romanzo 1984 sia ambientato in un futuro distopico, rispecchia a pieno titolo la reale condizione di vita di numerosi cittadini europei. Germania, Spagna, Italia e Russia, ognuna di esse con peculiarità, modalità e moventi differenti, si lasciano sedurre da personaggi carismatici e organizzazioni politiche autoritarie. Le sue letture lasciano riflettere riguardo la legittimità di un’autorità sovraindividuale, di imporre la propria volontà sui cittadini. L’esperienza di Orwell, è inerente a regimi autoritari che inizialmente trassero il proprio fondamento, nella volontà popolare.

In accordo alla visione giusnaturalista dei teorici europei, la volontà popolare può instituire una figura con autorità speciale che garantisca il passaggio ad un tenore di vita migliore per i propri cittadini, anche a costo del sacrificio della libertà individuale (Caravale, 2012). Il complesso apparato di credenze e prescrizioni imposte dal Grande Fratello è denominato Socing. È possibile ritenere che, il Socing rappresenti il patto sociale stipulato tra i membri della popolazione dell’Oceania e l’organizzazione del Grande Fratello, con un mutuo scambio di benefit. Difatti, nonostante la libertà individuale venga circoscritta, il Grande Fratello rappresenta una fonte di sicurezza e stabilità per la società. I cittadini declinano i propri diritti in favore di un ordine superiore capace di garantire il diritto all’autoconservazione (Caravale, 2012).

Orwell, però, si distacca, distorcendo, esasperando e frustrando il contratto sociale hobbesiano, suggerendo come l’alienazione dei diritti in favore di un’unica organizzazione centrale che detenga il potere, sia il preludio della catastrofe sociale. Orwell ripropone il paradosso delle società occidentali, le quali, nonostante fossero vessate dai soprusi dei propri governanti, non fecero nulla per liberarsene. Tale omissione è attribuibile alla condizione di progressivo ottundimento cognitivo, generato dalla massiccia propaganda e dalle strategie di manipolazione mentali e persuasive rivolte verso la popolazione. Sia nella realtà storica, che nei romanzi di Orwell, il potere dittatoriale offre alla popolazione una porzione limitata di verità, manipolando ed edulcorando notizie e fatti, al fine di preservare un atteggiamento favorevole verso l’apparato statale, anche davanti alle evidenze più catastrofiche.

Sia ‘’1984’’ che ‘’La fattoria degli animali’’, trasmettono un senso di rassegnazione, facendo emergere un pessimismo sociale del suo autore. I personaggi di queste storie vivono vite frugali, vessate da catene sociali, che non lasciano alcun margine di movimento, né spaziale, né tantomeno cognitivo ed emotivo.

In “1984’’, Orwell descrive una società anestetizzata dalla massiccia propaganda politica, dove ricordi, coscienze e volizioni dei singoli individui vengono sbiadite in favore di un’unica, fluida e perfetta organizzazione sociale classista, nella quale non esistono alcun tipo di sfumature, ma solo linee nette di demarcazione, nelle quali si può essere incasellati esclusivamente come membri produttivi della società o nemici politici. Vittime e carnefici sono accumunati dalla medesima reclusione nei ruoli sociali, a loro affibbiati. L’elasticità mentale, la capacità di critica ed empatia sono qualità rarissime all’interno dei personaggi del romanzo: solamente il protagonista, Winston e la sua amante Julia, riescono ad intrecciare un rapporto capace, apparentemente, di sfuggire al controllo del Grande Fratello.

1984’’ descrive la distopica società insediatasi successivamente alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conclusa da un olocausto nucleare, dalle quali ceneri sociali, emersero tre grandi macronazioni totalitarie: Oceania, Eurasia ed Estasia. Le tre superpotenze sono perennemente in guerra tra loro, nel tentativo di spartirsi gli ultimi lembi di terra non ancora assoggettati. Le vicende del romanzo sono ambientate in Oceania, precisamente in Inghilterra, che dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale acquisisce il nome di Pista Uno. L’Oceania viene controllata da un regime totalitario chiamato Grande Fratello, il quale esercita un’egemonia totale sui propri cittadini tramite tre Ministeri. Il Ministero della Verità è adibito al revisionismo storico ed alla promulgazione della propaganda, il Ministero dell’Amore alla repressione dei dissidenti politici, mente il Ministero della Pace è adibito all’amministrazione bellica. La società dell’Oceania è divisa tra tre rigide classi sociali. Il Partito Interno, composto esclusivamente dalla classe dirigente, adibita all’amministrazione della burocrazia. Vessati da minori responsabilità, invece, i membri del Partito Esterno sono descritti come semplici impiegati, ingrigiti dalla vita d’ufficio e principali fruitori della massiccia propaganda politica. A loro è rivolta tutta la monumentale opera di propaganda attuata dal Ministero della Verità. Preposti unicamente allo svolgimento di compiti manuali sono i Prolet. Uomini di fatica, semplici mestieranti e cittadini in condizione di disagio, rappresentano il tessuto sociale disinteressato alla politica. Essi vengono sostanzialmente disprezzati dal resto della società civile, la quale individua in loro, un semplice motore di sostentamento economico della nazione. Al pari delle masse descritte da Le Bon (1895), i Prolet si comportano come un organismo non particolarmente incline al ragionamento, capace di condurre svariate azioni materiali, ma a patto di possedere una forte guida. La massa di prolet, non rappresenta un punto di attenzione per la propaganda del grande fratello a causa della scarsa capacità di organizzazione e riflessione.

All’interno di questo contesto si sviluppano le trame di Winston e Julia, due giovani appartenenti al Partito Esterno. Smossi dalla volontà di costruire un rapporto inviso al partito e spronati dall’incontro con O’Brien, si sottraggono progressivamente alle regole imposte dal Grande Fratello. O’Brien si presenta come un funzionario di alto rango appartenente al Partito Interno, con idee sovversive e la volontà di soverchiare il regime in carica. L’entusiasmo dei due protagonisti si arresta nel momento in cui O’Brien rivela di essere anch’egli una spia del regime.

La comunicazione persuasiva ed il controllo mentale in “1984”

Rifacendosi alla teoria ecologica di Brofenbrenner è possibile comprendere il grado di intrusività dei principi del Socing nella vita dei cittadini. Lo studioso teorizza la coesistenza di sistemi concentrici ed interdipendenti tra loro. Il microsistema è inerente alle relazioni e contesti che l’individuo sperimenta direttamente in prima persona (Formella, 2020). Nel romanzo dall’intrattenimento alle relazioni familiari e sociali, tutti gli scambi inter-individuali sono sottoposti a controllo e verifica di congruenza con i precetti del Socing. Il mesosistema, composto dall’interdipendenza tra i diversi microsistemi, pone l’individuo in un’esperienza sociale coerente e chiusa, nella quale è impossibile sperimentare alcuna eterogeneità di vissuti. Ogni personaggio del racconto che entra in relazione con Winston, riporta all’interno della relazione comunicativa il medesimo e ridondante vissuto personale, rendendo pressoché impossibile alcun tipo di confronto costruttivo. Particolarmente importante è la pervasività della propaganda sul macrosistema. Con macrosistema si intende il sistema di credenze e principi della società nella quale l’individuo è immerso. A differenza dell’esperienza occidentale odierna, nella quale il macrosistema influenza trasversalmente e diacronicamente gli usi e costumi dell’individuo, ma nonostante ciò permette al cittadino di modulare arbitrariamente il suo grado di intrusività, nell’ecosistema orwelliano ciò è pressoché impossibile. I valori del Socing vengono promulgati direttamente verso l’individuo tramite la propaganda. Il macrosistema nella sua interezza, carico di rigidi valori e principi, diviene attore diretto della relazione con l’individuo. Il cronosistema può essere rintracciato nel libro come il sistema di cambiamenti storico-sociali che interessano la vita dei cittadini (Formella, 2020) dell’Oceania. In più occasioni, come si evince dai ricordi di Winston, l’intento del potere centrale, risiede nella volontà di oscurare qualsiasi elemento del cronosistema dalla coscienza dei cittadini, disincentivando il pensiero critico e disinnescando qualsiasi ipotetico dubbio riguardo l’infallibilità del regime. Inoltre viene perpetuata, tramite il costante revisionismo storico, un’interpolazione mediatica dei fatti di cronaca quotidiana, facendo sì che un qualsiasi evento accaduto il medesimo giorno, venga presentato come un circostanza da sempre presente. Il continuo mutare di alleanze e obiettivi militari, in un ginepraio di alleanze infruttuose e caotiche vengono presentati ai cittadini, come realtà statiche da sempre presenti. La tecnica di interpolazione delle informazioni discordanti dalle ideologie di partito, riscrivendole e rettificandole a piacimento, è accomunabile alla tecnica di manipolazione mentale nota con il nome di gaslighting. Barton e Whitehead coniarono tale termine nel 1969, riferendosi al fenomeno di ospedalizzazione forzosa di persone affette da disagi mentali. Questo termine, tratto dall’omonimo film di Cuckor (1944), si riferisce all’atto volontario di un persuasore, di instaurare nella propria vittima un senso di insicurezza riguardo le proprie capacità cognitive, facendola dubitare della realtà delle circostanze sperimentate (Sinha, 2020). Stern (2007) asserisce che ciò sia possibile tramite atti manipolatori che facciano dubitare la vittima che le emozioni e vissuti sperimentati non siano reali, ma soltanto frutto della sua fantasia. La letteratura contemporanea riguardo questo argomento risulta scarna, ma nel 2007 la psicoterapeuta e scrittrice statunitense Robin Stern, asserì che il gaslighting fosse un fenomeno riguardante le relazioni interpersonali ed avesse una matrice bidirezionale, definendo il ruolo di colui che perpetua tale violenza psicologica, chiamato gaslighter e di chi la subisce, chiamato gaslightee. Come sottolinea Stern (2007), si esplica alla luce della ricerca assidua da parte del gaslightee di approvazione ed ammirazione del gaslighter. Ciò è possibile tramite la declinazione di qualsivoglia prospettiva, bisogno o desiderio della vittima in favore delle richieste dell’aguzzino. Gli effetti sperimentati dalla vittima di gaslighting sono un senso diffuso di irrealtà, confusione e sistematica distorsione delle esperienze (Stern, 2007). Il gaslighter viene idealizzato e posto al centro della relazione interpersonale, divenendo un supporto fondamentale per la vittima nel discriminare e decodificare la realtà circostante. Paige (2019), in una pubblicazione consultabile all’interno dell’American Sociologican Review, sottolinea la prevalenza di tale dinamica relazionale all’interno delle reazioni di coppia, lasciando però intravedere la concreta possibilità che questo costrutto possa espandersi in diverse altre dinamiche sociali. Nonostante il fenomeno sia stato studiato prettamente in dinamiche relazionali bidirezionali, la riedizione del 2018 del libro The Gaslight effect (Stern, 2018), espone come questa tecnica sia predominante anche all’interno di contesti politici nei quali prevale una comunicazione persuasiva.

Il nuovo terreno di ricerca proposto da Stern ampia lo studio delle dinamiche della comunicazione politica, nell’era della ‘’post-verità’’ (Stern, 2018). Il fenomeno è predominante all’interno del processo di revisionismo storico attuato dal Ministero della Verità orwelliano, il quale, tramutando con precisione e sistematicità qualsiasi notizia controproducente al regime, frastorna la cognizione dei cittadini, facendoli dubitare della loro stessa sanità mentale nel caso in cui essi dubitino della veridicità delle notizie promulgate. Paige (2019), offre una descrizione delle dinamiche sociologiche capaci di creare terreno fertile per tale manipolazione mentale. Difatti, il senso di irrealtà viene generato nel momento in cui gli stereotipi e le istituzioni sociali, coadiuvano la tattica manipolativa dell’aguzzino (Paige, 2019). Nel romanzo viene sottolineato come chiunque si opponga alle imposizioni del Grande Fratello venga accusato di essere mentalmente instabile, potenzialmente aggressivo e sicuramente una minaccia per lo status quo. Tutte le istituzioni pubbliche, il sistema di individuazione delle malattie mentali e la polizia, favoriscono al processo di gaslighting capillarità ed estrema efficacia, nel circuire la volontà dei “gaslightee” e proiettarlo in un senso di irrealtà. La pressione sociale inoltre induce la vittima ad essere isolata da qualsiasi forma di supporto e confronto sociale, inibendo la capacità e la volontà di speculazione sulla propria posizione sociale ricoperta nell’ambiente circostante. Come esposto dallo stesso autore la verità si trova dentro la mente, ma non nella mente individuale, “bensì in quella collettiva, plasmata e nutrita dal partito, che solo può discernere il reale” (Orwell, 2006, 256).

Analizzando le modalità con cui il Grande Fratello circuisce la volontà dei propri cittadini, è possibile riscontrare la persuasione, la manipolazione mentale, la mancanza di empatia e il ricorso al gaslighting. Con persuasione si intende l’utilizzo, intenzionale, della comunicazione al fine di indurre modificazioni negli atteggiamenti, attitudini e azioni altrui (Hewstone, Stroebe, Jonas, 2015). Tra gli obiettivi dell’azione persuasiva c’è quello di indurre il ricevente della comunicazione ad uno stato di acquiescenza nei confronti delle richieste rivoltesi. Con acquiescenza ci riferiamo allo stato interno all’individuo investito dalla comunicazione persuasiva, che lo induce a svolgere azioni, senza un effettivo cambiamento di atteggiamento verso il compito (Cialdini, 1998). Secondo lo psicologo Robert Cialdini, è possibile indurre il fenomeno dell’acquiescenza tramite diverse strategie: la tecnica della porta in faccia, la tecnica del piede nella porta e la tecnica del colpo basso.

La tecnica della porta in faccia consiste nel porre una richiesta impegnativa ed inaccettabile e successivamente accompagnarla ad una richiesta più modesta, con un contenuto più ragionevole (Cialdini, 2007). Ed è così che il Grande Fratello ottiene il risultato più eclatante nella lotta contro la ribellione dei suoi cittadini insubordinati. Nella parte finale del romanzo, Winston viene obbligato a decidere se sottoporsi ad una tortura particolarmente cruenta o rinnegare Julia e con essa la sua ribellione al partito. Nonostante Winston fosse assolutamente riluttante nel tradire Julia, la prospettiva di essere torturato lo indusse a valutare la seconda proposta come ben più ragionevole.

Dai flashback offertici da Winston si evince la modalità con la quale il grande fratello si è insinuato all’interno dell’organizzazione statale ed abbia convinto i cittadini a parteggiare per lui. Come nella tecnica del piede nella porta (Cialdini, 1987), secondo la quale acconsentire ad un piccolo favore accresce la possibilità di essere disponibili per successive richieste ben più ingenti, il Grande Fratello, facendosi carico di sopperire ai bisogni dei cittadini di Pista Uno, impone alcune piccole rinunce alla libertà personale, aumentando nel corso del tempo la loro portata ed intensità.

La tecnica del colpo basso viene descritta da Cialdini (2013) come l’espediente tramite il quale alla conclusione di una trattativa neutra o favorevole per la vittima, il persuasore inscena un disguido o pone ulteriori condizioni svantaggiose per la vittima, la quale sarà propensa ad accettare per il principio di coerenza (Cialdini, 2013).

La manipolazione mentale è definibile come l’utilizzo di strumenti comunicativi, fisici o chimici per fare in modo che un individuo che ricopre il ruolo di vittima, vada verso obiettivi o faccia ciò che serve per raggiungere gli obiettivi di colui che esercita il controllo’’ (Rizzuto, Schietroma, 2021b, 1). Il romanzo è disseminato di occasioni nelle quali il potere centralizzato perpetua violenze fisiche o psicologiche, umiliando i cittadini insubordinati al fine di ristabilire un’egemonia e il controllo sulla vita degli stessi. Inoltre, è possibile rintracciare una generalizzata mancanza di empatia tra tutti i personaggi soggiogati dal Grande Fratello, i quali subiscono la pressante influenza dell’ingroup di appartenenza e polarizzano negativamente le qualità dei membri dell’outgroup. È così che i prolet acquistano agli occhi dei membri del partito caratteristiche ripugnanti e chiunque non appartenga al partito è tacciato di essere un nemico del regime. Con polarizzazione di gruppo si indica la tendenza a prendere decisioni all’interno del gruppo che non rispettino la media delle opinioni dei singoli membri, bensì che siano sbilanciate (o tendano) verso l’opinione del gruppo nella sua interezza (Hewstone, Stroebe, Jonas, 2015). In linea generale, ciò che è emerso dallo studio sulla polarizzazione dei gruppi, grazie agli studi di Moscovici e Zavalloni (1969), è la tendenza dei singoli individui a mantenere la propria idea di partenza, ma estremizzandola dopo aver avuto un confronto con il gruppo (Hewstone, Stroebe, Jonas, 2015).

Hovland (1949) pone l’attenzione sulle componenti del messaggio. Il messaggio persuasivo trae la sua forza anche dall’istituzione o persona della quale è promulgato. Una fonte attendibile ed autorevole permette al messaggio di imprimere una pressione maggiore nella coscienza dell’individuo. L’emittente in 1984 è il Ministero della Verità, il quale si pone come unica fonte di informazione e propaganda all’interno del romanzo. Il messaggio presentato è unilaterale ed intimidatorio, e ripone la sua efficacia nella massiccia presentazione di scenari catastrofici e incentrati nel suscitare reazioni di paura nell’uditorio. Il canale tramite il quale viene veicolato il messaggio è sia uditivo che visivo e come nella maggior parte dei regimi totalitari del XIX secolo, l’azione persuasiva ricorre all’espediente dell’azione delle masse per polarizzare gli atteggiamenti e le credenze degli individui. Innumerevoli le occasioni, nel corso del romanzo, nelle quali la recezione del messaggio persuasivo e la successiva manifestazione di approvazione dei suoi dettami, avviene in pubblico. La manifestazione pubblica di emozioni di supporto verso il regime o di diniego verso posizioni opposte è efficace per diverse ragioni.

Il coinvolgimento emotivo sperimentato durante la propaganda politica del regime è capace di espandersi e rafforzarsi tra gli individui presenti a causa dei neuroni specchio (Rizzolatti, Sinigallia, 2019). I neuroni specchio vengono definiti come una speciale classe di neuroni deputati al controllo degli stati emotivi durante relazioni interpersonali. Tramite essi, specialmente quelli situati nella regione prefrontale (Rizzolatti, Sinigallia, 2019), è possibile sviluppare e spiegare la base nurofisiologica dell’empatia tra diversi individui. Questa classe di neuroni viene attivata nel momento in cui si osserva una reazione emotiva in un altro soggetto, inducendo nell’organismo una risposta emotiva paragonabile a quella che sperimenterebbe se i fatti fossero vissuti in prima persona (Rizzolatti, Sinigallia, 2019). Continuando ad analizzare gli effetti della propaganda sulla struttura neurologica individuale, è possibile rintracciare il contributo di Westen (2008) sull’argomento. Secondo lo psicologo, dal punto di vista delle neuroscienze, il messaggio persuasivo impatta efficacemente, solo se capace di attivare i circuiti emotivi dell’individuo. Le emozioni predominanti sono: entusiasmo, rabbia, disprezzo. L’entusiasmo viene incentivato, nel corso del romanzo, verso tutte le attività di gruppo proposte dal Grande Fratello. È così che il giubilo e l’entusiasmo sono emozioni predominanti negli affiliati al socing: qualsiasi notizia apposta dal regime viene accolta dalla popolazione con entusiasmo e fervore. Rabbia e tristezza vengono, inversamente all’entusiasmo, indotte ed incentivate verso i nemici dello stato come Goldstein e le altre superpotenze mondiali. Westen (2008) individua due aree particolarmente interessate da questo processo: la corteccia prefrontale dorsale e la corteccia prefrontale ventromediale. La prima area, chiamata anche “circuiti frontali del ragionamento, è adibita all’elaborazione razionale delle informazioni, mentre la corteccia prefrontale ventromediale, ovvero i “circuiti frontali emotivi’’ è adibita all’elaborazione delle emozioni, all’intelligenza sociale ed alla regolazione emotiva (Westen, 2008). È proprio nella corteccia prefrontale ventromediale che i pensieri razionali vengono collegati con i vissuti emotivi del soggetto, a causa del suo stretto collegamento con l’amigdala e l’area limbica (Westen, 2008). Il contesto comunicativo nel quale avviene la persuasione, è caratterizzato dalla totale impossibilità di distrazione dei membri del partito. Difatti, gli apparecchi domestici, tramite i quali il Grande Fratello promulga i propri messaggi, possiedono la capacità di recepire, tramite telecamere, il comportamento del ricevente del messaggio, scrutinando il suo livello di attenzione, entusiasmo e partecipazione, redarguendo nominalmente i soggetti non sufficientemente attenti e coinvolti.

L’importanza dell’ambiente comunicativo viene sottolineata, inoltre, da Mcguire (1985), nel suo Modello dell’elaborazione dell’informazione (Hewstone, Stroebe, Jonas, 2015). Secondo tale modello, l’efficacia di un’azione persuasiva è direttamente commisurata al positivo svolgimento di cinque passaggi consecutivi. La prima condizione, affinché l’impatto persuasivo sia sufficientemente efficace, risiede nella capacità di attenzione verso il messaggio da parte del ricevente. Come già esposto precedentemente, il contesto comunicativo nel quale sono immersi i bersagli della comunicazione persuasiva, è strutturato a tal punto da non permettere alcun tipo di distrazione. La comunicazione, inoltre, otterrebbe scarsi risultati nella circostanza in cui il messaggio sia reputato troppo complesso (McGuire, 1985). L’intero apparato burocratico e propagandistico ingegnato dal Grande Fratello, ovvia a questo rischio proponendo messaggi esclusivamente privi di ambiguità interpretativa, dai confini netti e verso i quali è possibile approcciarsi esclusivamente tramite due atteggiamenti: accogliendoli, oppure rifiutandoli con diffidenza, diventando, de facto, invisi al partito. Secondo McGuire (1985), successivamente alla comprensione ed all’accettazione del messaggio, è necessario assicurarsi dell’effettiva ritenzione del messaggio persuasivo. Così facendo si declina l’opera persuasiva in un comportamento osservabile del soggetto, fase definita da McGuire (1985) come azione. Affinché il messaggio persuasivo ottenga un concreto cambiamento nella sfera cognitiva dell’individuo, è possibile favorire la ritenzione del messaggio (McGuire, 1985) esponendo il soggetto al potere della ripetizione. Secondo Zajonc (1968), l’appetibilità del messaggio persuasivo è determinata dalla costanza con cui esso viene portato alla memoria dei target della comunicazione. L’esposizione ridondante ad un messaggio ha il potere di renderlo più attraente e di instaurare un atteggiamento favorevole verso di esso. Inoltre, è possibile evidenziare come l’efficacia della ripetizione del messaggio sia direttamente proporzionale alla complessità del messaggio. Messaggi complessi e di difficile interpretazione necessitano di un numero di somministrazioni maggiore, rispetto a messaggi semplici e poco complessi.

Il complesso processo persuasivo del Grande Fratello è supportato da un doppio canale, tramite il quale, il cittadino interiorizza i messaggi. La validità delle informazioni presentate dal Grande Fratello viene analizzata tramite la via centrale e la via periferica della persuasione (Hewstone, Stroebe, Jonas, 2015).

Secondo le ricerche di Petty e Cacioppo (1986), per poter soppesare razionalmente le argomentazioni proposte è necessario che nell’individuo sia presente la motivazione e la capacità di elaborarle. La motivazione a compiere riflessioni critiche è scarsa tra i membri del partito, poiché altamente disincentivata dalle aspre pene riservate ai dissidenti politici, crimine per il quale è possibile essere tacciati solo per un’espressione di disappunto.

Al contrario, l’elaborazione cognitiva tramite la via periferica della persuasione è largamente usata dai cittadini ed incentivata dal partito. La via periferica della persuasione (Petty, Cacioppo, 1986), è dettata da processi cognitivi che utilizzano regole decisionali euristiche, inferenze affettive ed emulazione di atteggiamenti di altre persone vicine. Le euristiche rintracciabili all’interno del romanzo sono l’euristica della rappresentatività, della disponibilità e dell’ancoraggio (Hewstone, Stroebe, Jonas, 2015).

L’euristica della rappresentatività si declina nella tendenza a categorizzare persone, in base alla loro somiglianza o al grado di rappresentatività delle stesse, rispetto ad una categoria di riferimento.

Le inferenze su fatti o messaggi vengono, inoltre, valutate a partire da atteggiamenti e conoscenze disponibili all’individuo, attuando così inferenze euristiche basate sulla disponibilità d informazioni.

Il contesto comunicativo genera una tendenza a non mutare il proprio atteggiamento a causa dell’ancoraggio a nozioni preesistenti nell’apparato cognitivo dell’individuo (Hewstone, Stroebe, Jonas, 2015).

Nel romanzo, il consenso all’interno della popolazione è inoltre mantenuto tramite quello che può essere definito come consenso senza pressione (Cialdini, 1985). Con consenso senza pressione, si intende l’azione volontaria ad opera di un persuasore, volta a vincolare e circoscrivere la libertà individuale, tramite l’instaurazione di dinamiche inter-individuali che subordino la vittima alle pretese del comunicatore. Largamente utilizzato nei rapporti di marketing tra aziende e consumatori, possono essere sintetizzate tramite il principio di reciprocità, di impegno/coerenza, di riprova sociale, autorità, amicizia e scarsità. Il principio di reciprocità sottende qualsivoglia rapporto umano nel quale sia coinvolto uno scambio di beni o servizi, sia materiali che astratti. Nella fattispecie proposta nel romanzo, il regime afferma di svolgere numerose attività e politiche per la promozione sociale e lo sviluppo economico del paese, chiedendo in cambio la subordinazione dei cittadini al potere statale. Il principio di impegno/coerenza viene strumentalizzato dal regime al fine di ottenere l’acquiescenza dei cittadini. Poiché, nonostante si possa parlare di un’autocrazia totalitaria, essa è stata, inizialmente, accolta e foraggiata dai cittadini stessi, i quali nel momento di instabilità politica antecedente al regime, spinsero per l’instaurazione di un ordine sociale. Nonostante i cittadini vivano una condizione di totale repressione, non possiedono un prominente slancio verso l’abolizione della dittatura, per coerenza verso l’atteggiamento precedente di fiducia verso il regime (Cialdini, 1985). La riprova sociale (Cialdini, 1985) inoltre è la dinamica maggiormente presente all’interno del romanzo. Tramite il confronto con azioni svolte da propri simili, è possibile vagliare, la validità e bonarietà di proprie azioni ed atteggiamenti.

Secondo lo psicologo americano Leon Festinger (1954), il confronto dei propri vissuti con quelli del gruppo, non ha una valenza neutra, poichè il risultato di tale interazione polarizza ed estremizza le idee dell’individuo verso una posizione facilmente condivisibile tra tutti i membri del gruppo. Anche Winston, nonostante vagli autonomamente la propaganda di regime e tragga le sue conclusioni in maniera autonoma, decide di manifestare esteriormente tali idee solamente dopo il confronto con Julia e O’Brien.

Il principio di autorità asserisce che l’individo tende spontaneamente all’obbedienza verso un’autorità. Con obbedienza all’autorità si intende l’influenza sociale e normativa, che persuade l’individuo al mantenimento (o al cambiamento) di una condotta tramite l’interiorizzazione del concetto di autorità e catena gerarchica (Hewstone, Stroebe, Jonas, 2012). Milgram (1963) tentò di quantificare quanto fosse influente l’ordine di un’autorità, nella fattispecie in cui tale ordine non fosse in linea con la bussola morale interna all’individuo. Reclutando diversi volontari, insigniti della carica di assistente di Milgram stesso, propose un setting dell’esperimento che fece credere ai volontari che avrebbero somministrato scosse elettriche ad altri soggetti ingenui, impegnati in un compito di apprendimento. Nonostante le scosse fossero solo simulate da attori complici dello sperimentatore, i volontari credettero di somministrare scosse potenzialmente mortali ad altri volontari, ma in pochissimi si sottrassero dall’inizio a tale compito. Nello specifico, Milgram (1963) evidenziò che nessun partecipante si arrestò prima di aver somministrato una scossa capace di stordire la vittima, mentre il 65% dei volontari somministrò una scossa capace potenzialmente di essere fatale per la vittima (Hewstone, Stroebe, Jonas, 2012).

Dalle diverse variabili annesse nell’esperimento fu chiaro che l’elemento discriminante, che potesse predire l’obbedienza all’autorità, fosse la distanza dei volontari dall’autorità che impartiva ordini e la distanza tra il volontario che somministrava la scossa e la vittima. Nella fattispecie, l’obbedienza dei volontari all’autorità decresceva con la vicinanza alla vittima e la distanza dallo sperimentatore ed inversamente aumentava in situazioni di vicinanza allo scienziato e lontananza dalla vittima (Hewstone, Stroebe, Jonas, 2012). All’interno del romanzo è possibile asserire, alla luce degli studi di Milgram (1963), che la dilagante accondiscendenza verso le richieste del Grande Fratello, possa derivare dalla percezione di costante presenza dell’autorità. Il pressante monitoraggio e la sensazione che il potere del regime sia delocalizzato da una sede specifica ed omogeneamente distribuito all’interno di tutte le organizzazioni sociali ed economiche dello stato, fa sì che i cittadini avvertano come onnipresente la vicinanza dell’autorità. Al contrario, le vittime degli atti più turpi del Ministero dell’Amore, non vengono mai a contatto con il resto della popolazione, se non in occasione di derisione pubblica o come monito contro qualsiasi forma di insubordinazione, in modo tale da non permettere lo sviluppo di empatia dal resto dei cittadini. La mancanza di empatia risulta anche secondo questa prospettiva un elemento cardine per poter comprendere l’immobilismo sociale dei cittadini di Pista Uno, anche davanti le più scabrose sfumature del regime.

Gli strumenti di difesa mesi in atto in “1984”

All’interno del romanzo, è possibile asserire che non sempre tutti i cittadini siano d’accordo con il regime. Dall’esperienza di Winston si intuisce la consuetudine, da parte di alcuni cittadini, di porsi direttamente od indirettamente in opposizione con i dettami del regime. A questo punto, è spontaneo chiedersi quali potrebbero essere le ragioni per cui la massiccia opera di persuasione talvolta fallisca e come mai, alcuni cittadini, si prendano la briga di correre un rischio personale così grande. Da un punto di vista prettamente psicologico, è possibile comprendere tale fenomeno attraverso l teoria della dissonanza cognitiva di Festinger (1957).

La dissonanza cognitiva è intesa come una sensazione di disagio interna all’individuo, sperimentabile nel momento in cui avviene una discrepanza tra atteggiamento e comportamento attuato (Hewstone, Stroebe, Jonas, 2012). La soluzione più immediata è quella di mutare il proprio atteggiamento nei confronti del comportamento, per quietare lo stato di frustrazione derivante dalla dissonanza. Difatti, se vengono compiute azioni contrarie alla propria bussola morale a causa di una punizione o di un incentivo particolarmente ingente, il grado di dissonanza cognitiva non risulterà particolarmente ingente e non avverrà alcun cambiamento di atteggiamento verso il compito (Hewstone, Stroebe, Jonas, 2012). La maggior parte dei cittadini di Pista Uno non muta il proprio atteggiamento verso il Grande Fratello e non sperimenta uno stato di dissonanza cognitiva eccessivo, poiché la ricompensa alla frustrazione sperimentata, risiede nella garanzia di sopravvivenza in un mondo particolarmente violento ed ingiusto. Winston, così come Julia, nonostante siano membri del partito, sottendendo un’iniziale adesione a tali principi, sperimentano un’ingente dissonanza cognitiva. Per la moltitudine di cittadini, soddisfare i bisogni primari risulta essere una ragione sufficiente per mantenere il proprio atteggiamento benevolo verso il Grande Fratello, mentre per il protagonista e Julia, più inclini a voler soddisfare bisogni relazionali invisi al partito, non lo è.

Il cambiamento di atteggiamento insinuatosi nella struttura cognitiva di Winston segna la chiave di volta del romanzo ed il punto di non ritorno alla normalità per la vita del protagonista. Squarciare il velo di Maya, lasciandosi assorbire da una visione inedita della realtà sociale, segna fattualmente il risveglio alla gioia e all’imprudenza per la vita del protagonista, mentre per il regime rappresenta il rischio di sovvertimento sociale. Il potere sconfinato del partito, trae pur sempre la sua forza e legittimità dall’appoggio popolare sul quale è fondato, perciò, interesse predominante è che il minor numero di cittadini sperimenti una dissonanza cognitiva ingente e che quei pochi tornino all’interno dei canoni. Se da un lato ai singoli dissidenti è riservato un trattamento di ristrutturazione cognitiva, coadiuvato da manipolazione mentale e tortura vera e propria, dall’altro traspare l’inconsistenza di un piano d’azione d’attuare nel caso in cui sia un’intera porzione di popolazione ad insorgere contro il regime. Difatti, se il massiccio processo di persuasione istituito ad personam, mostra i muscoli dell’autoritarismo orwelliano, rivela d’altro canto il timore che sempre più persone possano accorgersi dell’imbroglio del Grande Fratello e formino una sacca di resistenza interna allo stato.

La strategia, per arginare e raggirare questo scenario, è rappresentato dai “2 minuti dell’odio’’. Sul luogo di lavoro, in occasioni pubbliche, eventi e raduni sportivi, i cittadini di Pista Uno sono chiamati ad una pubblica e plateale manifestazione di dissenso verso il nemico del partito, Goldstein, del quale viene proiettato un video mentre sostiene tesi anti-governative. Secondo le informazioni fornite dal regime, Goldstein guiderebbe un movimento di rivolta contro il partito. Nonostante queste informazioni, è possibile sospettare, in più parti del racconto, che egli è poco più che una figura costruita ad hoc dal partito stesso, nella speranza di condensare in lui tutte le qualità negative e sovversive di un dissidente politico.

Come sia possibile utilizzare un filmato esplicativo delle violenze del regime, per salvaguardare lo stesso Stato da possibili critiche e spinte sovversive, è illustrato da McGuire tramite la teoria dell’inoculazione (1964). Secondo la teoria di McGuire è possibile arginare il cambiamento di un atteggiamento, indotto dalla pressione sociale, tramite un processo di pre-esposizione al messaggio persuasivo, chiamato inoculazione. Nato da un’analogia medica con il funzionamento dei vaccini, presuppone che un individuo esposto ad un messaggio persuasivo, di lieve entità, sviluppi autonomamente una propensione ad arricchire e rinforzare le posizioni a difesa dell’atteggiamento da preservare (Gocci, Occhini, 2015). Ed è così che Goldstein, illustrando i crimini del Grande Fratello, attua una persuasione blanda, i cui effetti non mutano l’atteggiamento dei membri del socing, ma lo rafforzano. Le calunnie di Goldstein vengono esclusivamente interpretate come una spinta a mutare l’atteggiamento positivo preesistente verso il grande fratello.

Nel costrutto teorico offerto da McGuire (1964), affinché l’inoculazione sia efficace nel difendere un atteggiamento preesistente, è necessaria la compresenza di due diversi fattori: contro-argomentazioni deboli e facilmente contestabili, che vengano avvertite come una minaccia (Gocci, Occhini, 2015). La presenza di contro-argomentazioni poco efficaci e e facilmente contestabili, predispongono l’individuo a sminuire e percepire meno minacciosi attacchi successivi, anche se più strutturati e meglio argomentati. Per far sì che le controargomentazioni attivino i processi cognitivi interni all’individuo, è necessario che esse siano percepite, implicitamente od esplicitamente, come minacce verso le credenze preesistenti dell’individuo (Gocci, Occhini, 2015). Nella fattispecie, i due minuti dell’odio rappresentano una minaccia esplicita per il target a cui è rivolto, poiché i cittadini vengono formalmente messi al corrente, che le tesi esposte sono un tentativo di persuasione. In termini generali, le contro-argomentazioni, nella struttura teorica di McGuire (1964), sono teorizzate come una sfida rivolta al soggetto, il quale può accogliere l’invito a confutarle, oppure lasciarsi persuadere.

Nella circostanza in cui l’individuo decida di fronteggiare le assunzioni avverse al proprio atteggiamento preesistente, è possibile constatare due conseguenze. In prima istanza, sarà chiaramente visibile al soggetto l’eventuale debolezza delle argomentazioni a sostegno del proprio atteggiamento, così da poterle successivamente sanare. Oltre a ciò, le posizioni utilizzate per contrastare l’azione persuasiva del trattamento di inoculazione, possono essere usate anche successivamente a fronte di attacchi persuasivi più forti (Gocci, Occhini, 2015).

Entrambe le fazioni del romanzo, quella rappresentata da Winston e Julia e l’apparato burocratico del Grande Fratello, fanno riferimento ad espedienti e tecniche cognitive per impedire il cambiamento dell’atteggiamento. Se il Grande Fratello architetta una costante inoculazione di contro-argomentazioni verso i propri affiliati, Winston e Julia fanno massiccio utilizzo di strumenti per la difesa dalla persuasione, per tutelare se stessi dalla pressione indotta dal regime.

Winston, nel percorso che porterà a svincolarsi dalla subordinazione psicologica ai dettami del Socing, prende coscienza che la gestione del suo tempo è vincolata ed organizzata, da una fonte esclusivamente esterna a lui. Il tempo libero, pochissimo, è dedicato ad attività frivole e vuote, mentre il resto della giornata è incalzato dai ritmi incessanti del lavoro, dell’attività fisica e dai momenti di aggregazione sociale. La claustrofobica routine, fa scaturire in Winston il primo desiderio di libertà. Per contrastare la pressione e la conseguente stato di arousal, Winston si estranea, dapprima in maniera figurata, distraendosi e non prestando attenzione, successivamente all’incontro con Julia, attuando concretamente strategie per riappropriarsi dei propri spazi, fuggendo anche fisicamente, per poter trascorrere il proprio tempo in piena libertà.

Con gestione del tempo, difatti, si intende l’analisi cosciente della dinamica instaurata tra soggetto e il manipolatore, cogliendo se le richieste ricevute, ricavino il proprio valore dal sentimento di urgenza con la quale sono accompagnate (Rizzuto, Schietroma, 2021). Un ulteriore passaggio verso la progressiva presa di coscienza, da parte del protagonista, della propria condizione di mero ingranaggio del sistema, avviene dal momento in cui intravede, nel Grand Fratello, un attore responsabile delle proprie azioni.

Il rispetto può essere inteso come uno strumento di difesa nel momento in cui, la vittima di un attacco persuasivo acquisisce coscienza rispetto alle vere intenzioni del persuasore e riconosce in lui abilità e tecniche programmatiche, per raggiungere il proprio obiettivo. Analizzando criticamente il tipo di relazione instaurata tra se stesso ed il persuasore, si pone l’attenzione sulle capacità, attitudini e singolarità del persuasore. Riconoscere che un persuasore utilizzi tutta la sua intelligenza per circoscrivere la volontà di un’altra persona, equivale a porre in esso la dignità e il rispetto verso le sue azioni, ma al contempo riconoscere in essere un intento deliberato di persuadere (Rizzuto, Schietroma, 2021). Winston, prendendo atto della volontà esplicita del partito di persuadere e circoscrivere la volontà individuale, giustifica la sua tendenza sovversiva. Il rispetto indirizzato verso sé stessi può, inoltre, essere utilizzato come un ottimo strumento di difesa da attacchi persuasivi.

Riconoscere dignità alle proprie aspirazioni e desideri, permette di soppesare in maniera critica e razionale, se la pressione sociale indotta dall’ambiente sia lecita e volta al mantenimento di un equo ordine sociale, oppure sia un sopruso finalizzato a limitare la libertà in favore di una volontà esterna.

Dalla difficile attuazione nel romanzo, è il controllo sulla relazione. Nel corso di tutto il romanzo, obiettivo predominante della propaganda, risiede nell’essere unilaterale e completamente avulsa da qualsiasi modalità di discussione. Proprio per questo motivo la modalità di interazione, le sue tempistiche e l’intensità dei messaggi promulgati, è riposta esclusivamente nella volontà dell’emittente. Generalmente, in contesti comunicativi meno torbidi, le persone soggette ad attacchi persuasivi, avvertono una sostanziale mancanza di controllo sulla relazione instaurata dal persuasore (Rizzuto, Schietroma, 2021). Domande pressanti e ridondanti, di difficile comprensione o tronche, risultano essere una delle frecce più potenti nella feretra del persuasore. Sanare, tramite interpretazione individuale, domande tronche o suggestive, aiuta il persuasore ad estrapolare inferenze sull’atteggiamento, sull’attitudine e sulle motivazioni intrinseche dell’interprete (Rizzuto, Schietroma, 2021).

Prestarsi ad una comunicazione di questo tipo, induce a rispondere con più facilità ed affermativamente alle richieste del persuasore, anche a causa del principio di coerenza (Cialdini, 2009). Acconsentire a richieste banali, può vincolare a rispondere affermativamente a domande successive più impegnative. Sottrarsi fisicamente alla comunicazione, oppure ribattere in modo elusivo e vago, permette di ristabilire il controllo della comunicazione per due differenti motivazioni. In primo luogo, interrompendo il processo comunicativo, si può ottenere un’occasione per sottrarsi fisicamente dalla discussione; inoltre, fornire risposte inaspettate, affievolisce la rapidità di risposta del persuasore, obbligandolo a compiere processi cognitivi coscienti per interpretare il messaggio. In sintesi, è possibile affermare che rallentare la comunicazione del persuasore, offra la possibilità di ristabilire il locus of control della situazione internamente alla vittima (Rizzuto, Schietroma, 2021).

In ultima analisi, in tutte le fasi dell’evoluzione cognitiva e morale del protagonista, Wiston ripone la propria attenzione verso i suoi obiettivi personali. Con obiettivi personali, si intende la gerarchia di priorità interne all’individuo, capaci di orientare il suo comportamento, al fine di perseguire il proprio obiettivo di vita. Avere consapevolezza di quali possano essere i propri desideri e motivazioni, può aiutare a contrastare la spinta persuasiva esterna (Rizzuto, Schietroma, 2021). Winston è conscio del suo vissuto interiore, conosce le sue preferenze e le sue attitudini e, successivamente all’incontro con Julia, anche quali priorità perseguire, a costo della propria vita. Tali inclinazioni, rappresentano per l’individuo, la bussola interna alla quale riferirsi nei momenti di incertezza e di scelta critica.

Conclusioni

Affrontando un’analisi critica del romanzo, è possibile trarre alcune conclusioni. Innanzitutto, colpisce la lucidità e chiarezza con la quale, Orwell, intuisce dinamiche sociali e relazionali, che sarebbero state studiate sistematicamente, solamente negli anni (o decenni) successivi. Un romanzo del 1948 è capace di rappresentare uno spaccato, seppur grezzo, del confine tra potere legittimo dell’autorità statale e diritto dei cittadini a preservare la propria autonomia. È evidente quanto, la critica più profonda ed attuale, mossa da Orwell, è inerente alla mancanza di pluralità all’interno della società contemporanea. L’antinomia tra libero sviluppo individuale e sviluppo collettivo, risulta essere il tema centrare, intorno al quale orbita il romanzo. Le modalità di ascesa del Grande Fratello, rappresentano un chiaro riferimento a tale riflessione.

Il passaggio dal il caos post-bellico all’instaurazione del Grande Fratello, risponde ad una necessità pragmatica: l’autoconservazione è la prerogativa di qualsiasi essere umano.

La disintegrata società inglese, antecedente a Pista Uno, decide di abrogare il diritto individuale, in favore di un potere superiore ed indiscusso, il quale, in cambio del possesso della costellazione di libertà dei cittadini, offre protezione e supporto ai cittadini. In linea con la visione di Hobbes, Orwell delinea un sovrano che vincola, con le sue decisioni tutti i cittadini, ma non lui stesso. Questa tendenza è rintracciabile nel principio giuridico, attribuibile ad Ulpiano, legibus solutio (Caravale, 2012), il quale afferma che il potere, per essere definito tale, non può assoggettare il suo stesso promulgatore (Caravale, 2012). Alla luce di tali riflessioni, è lecito domandarsi, se Orwell insinui il dubbio che l’intero fondamento statale occidentale, basato in parte sui precetti di Hobbes sopracitati, possa incorrere nel concreto rischio di un assolutismo totalitario similare a Pista Uno. Come sottolinea Caravale (2012), nella visione di Hobbes, il mancato rispetto del patto sociale da parte del sovrano (come la completa inosservanza al diritto alla vita, alla salute ed alla pace), comporta la rottura del patto sociale. In Orwell, questa rottura non avviene per due distinte ragioni. In primo luogo, il ricorso al bipensiero ed il continuo revisionismo storico, permettono al regime di fregiarsi di continui successi politici ed economici; inoltre, il ricorso alla manipolazione mentale, impedisce ai cittadini di rendersi conto del profondo stato di repressione, nel quale sono immersi.

Tecniche e modalità di persuasione sono state il fulcro dell’analisi svolta. È opportuno sottolineare che, l’accezione negativa rivolta alle tecniche di persuasione, è derivata esclusivamente dal parallelismo con le tecniche di controllo mentale, presenti nel romanzo. Come puntualizzato da Schietroma e Rizzuto (2021a, 1) persuadere significa portare l’altro dalla pro­pria parte senza che se ne accorga dando l’illusio­ne di aver fatto una scelta libera, il concetto di persuasione esclude pertanto ogni forma di vio­lenza’’. Condividendo questa assunzione, è necessario sottolineare un’ambiguità di significato, comunemente attribuita, tra i termini controllo mentale e persuasione. Spesso confusi tra loro, è possibile distinguerli rispetto alle finalità e modalità peculiari. Con persuasione, ci si riferisce all’utilizzo della comunicazione, al fine di cambiare credenze, atteggiamenti e comportamenti altrui (Hewstone, Stroebe, Jonas, 2012). In questa accezione, la persuasione si trova ad essere una vox media, ovvero scevra da qualsiasi attribuzione di significato positiva o negativa, se non quando strettamente correlata ad un contesto. Difatti, la comunicazione persuasiva può essere utilizzata all’interno di ambienti pedagogici ed educativi, attirando a sé un’accezione positiva, oppure, come all’interno del romanzo, assumendo un’accezione estremamente negativa.

Con controllo mentale, invece, ci si riferisce all’utilizzo di strumenti comunicativi, fisici o chimici per fare in modo che un individuo che ricopre il ruolo di vittima, vada verso obiettivi o faccia ciò che serve per raggiungere gli obiettivi di colui che esercita il controllo (Rizzuto, Schietroma, 2021).

Nonostante all’interno del romanzo sia possibile rintracciare vistosi elementi di comunicazione persuasiva, la macchina repressiva del Grande Fratello è composta, prettamente, da atti coercitivi riassumibili come tecniche di controllo mentale. Da ciò, è possibile desumere che il controllo mentale, sia una pratica nettamente distaccata dalla comunicazione persuasiva. Il raggiungimento degli obiettivi, da parte di chi attua un controllo mentale, deriva dalla perpetuazione di azioni violente, che forzino l’altro a compiere azioni che non avrebbe spontaneamente compiuto (Rizzuto, Schietroma, 2021).

Da ciò ne deriva che, se si volesse interpretare la comunicazione propagandistica del Grande Fratello come un’azione esclusivamente persuasiva, essa sarebbe da considerare fallace. Difatti, le modalità tramite le quali il regime mantiene il controllo sulla popolazione, sono proprie del controllo mentale e traggono parte della propria efficacia dal ricorso massiccio alla violenza fisica e mentale.

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